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“Gli assembramenti? Uno schiaffo ai 34mila morti”. Boccia punta ancora sul terrorismo psicologico

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 22 giu –  “Il Covid è ancora tra noi e gli assembramenti che vediamo sono uno schiaffo per tutti noi, per i medici che non ci sono più e per i 34mila italiani che non ci sono più“. Così il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, somministra la dose quotidiana di allarmismo tipica del governo giallofucsia ribadendo che “non bisogna abbassare la guardia“. E lo fa alla cerimonia di ringraziamento dei medici e infermieri della task force della Protezione Civile. Mentre i dati dell’epidemia dimostrano in modo inequivocabile che il virus sta perdendo sempre più terreno (come conclamato dal numero sempre più basso di contagi e di ricoveri).

“Fino a che Speranza non ci dirà che è finita, non sarà finita”

Ma Boccia non si ferma qua e avverte che nessuno può dire che i contagi stanno diminuendo: “Fino a quando il ministro della Salute, Roberto Speranza, non ci dirà che è finita, non sarà finita“, è categorico. Insomma, la linea è quella del premier Giuseppe Conte, tenere alta la paura del virus, tenere bloccato il Paese (e prendere tempo senza fare nulla di concreto per aiutare famiglie e imprese in difficoltà).

Il ministro ringrazia il personale sanitario per il lavoro straordinario

Il ministro poi ringrazia il personale sanitario “per il lavoro straordinario fatto dal primo giorno, quando abbiamo chiesto a tutte le regioni italiane di darci un contributo anche fisico”. Era metà marzo, “i giorni più drammatici”, ricorda Boccia, “in cui a mani nude la Protezione civile provava a spostare i pazienti nelle varie regioni italiane. In conferenza Stato-Regioni – aggiunge – abbiamo chiesto alle regioni di darci la disponibilità dei propri medici e la risposta è stata drammatica e difficile, con appena 40 disponibilità. Quando di fronte a questo numero insufficiente abbiamo chiesto ai presidenti di Regione di aiutarci, abbiamo scavalcato tutte le procedure e con l’autorizzazione del premier ci siamo rivolti a voi. In 48 ore la Protezione civile ha fatto il bando e voi avete risposto. In meno di una settimana – conclude l’esponente dem – eravate in corsia, medici e infermieri, dandoci la lezione di un Paese che si è tenuto per mano“.

Ma per Fontana “le cose stanno andando nella giusta direzione”

A sentire il governatore lombardo Attilio Fontana invece “le cose stanno andando nella giusta direzione. Sono convinto che stiamo risolvendo ogni problema e che non dobbiamo farci prendere troppo dai numeri dei contagi. Intervistato dal quotidiano La Verità, Fontana sottolinea che “siamo preoccupati nella giusta misura. Noi continuiamo a raccomandare il rispetto di tutte le precauzioni che abbiamo indicato. Non dobbiamo convincerci che sia finito tutto, noi stiamo vincendo una battaglia che però è ancora in corso“. Ma i toni appunto non sono allarmistici, nonostante – lo ricordiamo – la Lombardia sia la regione più colpita dall’epidemia dove ancora oggi sono concentrati la stragrande maggioranza dei contagi e dei decessi.

Adolfo Spezzaferro

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