Roma, 15 ott – Sul sito del ministero dello Sviluppo Economico è ancora ben visibile un avvertimento lanciato mesi fa: “Attenzione alle mascherine contraffatte”. Si tratta ovviamente di dispositivi di protezione non a norma e non conformi alla marcatura CE, ovvero prodotti non regolamentati dall’Unione europea. Sta di fatto che nelle ultime settimane le forze dell’ordine hanno comunicato più volte il sequestro di mascherine “fuorilegge” in diverse zone d’Italia. Ma il numero totale comunicato oggi dalla Guardia di Finanza in audizione alla Commissione Finanze del Senato, è decisamente impressionante: “57 milioni di mascherine e dispositivi di protezione individuale sottoposti a sequestro”.
Migliaia di denunce e prodotti illegali
Non solo, come reso noto dal Generale di Corpo d’Armata Giuseppe Zafarana, nei primi nove mesi del 2020 “sono stati denunciati 1.172 soggetti per i reati di frode in commercio, vendita di prodotti con segni mendaci, truffa, falso e ricettazione e sono stati sottoposti a sequestro, anche grazie all’intensificazione dei controlli doganali nonché”, oltre alle suddette mascherine, “765 mila confezioni e 158 mila litri di igienizzanti venduti, fraudolentemente, come disinfettanti“. E’ chiaro che soprattutto nei primi mesi dell’epidemia di coronavirus si è diffuso un mercato nero o comunque illegale di questi prodotti a causa della scarsità di materiale certificato, ma è altrettanto evidente che la criminalità organizzata imperversa e se ne approfitta tuttora, agevolata dalla crisi economica che attanaglia i cittadini italiani in un delicato momento come quello attuale.
Usura: un fenomeno in aumento
Come fatto notare dalla Guardia di Finanza, l’indebolimento economico ha accresciuto pure “i rischi di usura e può facilitare l’acquisizione, diretta o indiretta, delle aziende da parte delle organizzazioni criminali“. Non è la prima volta che questo genere di problemi viene evidenziato – e su questo giornale lo abbiamo segnalato più volte – ora però si rischia un’escalation. “Le attività dei nostri reparti -ha detto Zafarana – testimoniano la recrudescenza del fenomeno dell’usura, sia come attività speculativa collaterale a investimenti leciti sia come strumento di acquisizione di piccole-medie imprese in difficoltà, sovente attraverso il ricorso alle estorsioni secondo logiche destabilizzatrici tipicamente mafiose. A dimostrazione di ciò – ha sottolineato il generale della Guardia di Finanza – segnalo che, tra marzo e settembre 2020, il valore dei proventi usurari sottoposti a sequestro è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2019. E questo è un dato allarmante”. Senza alcun dubbio.
Alessandro Della Guglia