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“Più veloci nell’identificare i profughi!”. Ce lo chiede l’Europa

by La Redazione
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sbarchi-invasioneBruxelles. 16 mag. – Ce lo chiede l’Europa. Questa volta non si tratta di nuovi parametri di austerity, ma di velocizzare le procedure per la ridistribuzione dei profughi. Secondo il commissario europeo agli Affari interni, Dimitris Avramopoulos, infatti, l’Italia è troppo lenta nelle sue procedure di identificazione che portano poi al ricollocamento di quanti sbarcano sulle coste italiane dai barconi delle ong.

Quindi se molti Paesi non accolgono rifugiati e non danno loro l’asilo è anche un po’ colpa della lentezza burocratica delle nostre procedure. Avramopoulos chiedendo all’Italia di “canalizzare in modo ordinato” i richiedenti asilo verso “hub di ricollocamenti specificamente designati, ha anche aggiunto: “Ci sono 12.500 aventi diritto in Grecia e circa 4.000 in Italia registrati e pronti al ricollocamento, se tutti gli Stati membri aumentano i ricollocamenti sicuramente è possibile arrivare all’obiettivo previsto per settembre”.

In pratica le strutture ci sarebbero e se ci sbrighiamo, una parte di quanti sono sbarcati in Italia troveranno un’altra sistemazione. Perchè l’Europa sembra che voglia risolvere la questione migranti nel giro di pochi mesi. Qualche dato in più da parte dell’Ue si avrà domani, quando Avramopulos presenterà il dodicesimo rapporto sui ricollocamenti, dal quale emerge che i numeri sono ancora molto bassi e che Paesi come Polonia e Ungheria non hanno ancora accolto alcun profugo. Infatti il commissario Ue ha ricordato che i Paesi che ancora non sono attivi verso l’Italia devono iniziare ad accogliere. Pena infrazioni.

Intanto sono 54mila i profughi sbarcati in Europa, per lo più sulle coste italiane, dall’inizio del 2017. 1316 persone sono morte prima di arrivarci, in Europa, perché vittime di naufragi delle carrette de mare. I dati sono stati forniti da Oim, l’Organizzazione internazionale delle migrazioni. I numeri spiegano che l’85% degli sbarchi è avvenuto in Italia, dove sono arrivate 45.118 persone, tra cui molti dal Bangladesh e dal Marocco, contro i 32.292 nello stesso periodo del 2016.

 

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