ร un tema su cui si riflette troppo poco ma su cui ci aiuta a farci un’idea il film rivelazione del momento: Get out, del regista Jordan Peele. Una thriller claustrofobico, con venature horror, costato poco piรน di 4 milioni di dollari a fronte di un incasso di 174 nei soli Stati Uniti. Un film originale, nonostante qualche passaggio a vuoto nella sceneggiatura. I critici lo hanno definito una via di mezzo tra Indovina chi viene a cena? e Rosemary’s baby: come il primo affronta la difficile tematica delle unioni interraziali, come il secondo crea un’atmosfera di angoscia a partire da situazioni conviviali. La trama vede Chris e Rose โ lui nero, lei bianca โ andare in visita dagli Armitage, genitori di lei, per le dovute presentazioni, con tutto il carico di tensioni causate dalla questione razziale sottotraccia. Ma i suoceri โ Dean, neurochirurgo, e Missy, psicanalista โ non hanno alcuna reazione di rifiuto. Tutt’altro: sono entusiasti. Pure troppo.
L’accoglienza nei confronti di Chris รจ improntata a un calore dai tratti quasi morbosi. Dean, che sfoggia un dolcevita nero alla Steve Jobs, รจ il capofamiglia che trasuda correttezza politica da tutti i pori. Non fa che parlare bene di Obama, mostra i souvenir portati da Bali perchรฉ ama โconoscere nuove cultureโ, loda Jesse Owens che ha distrutto il โdelirio arianoโ di Hitler. L’unico rimprovero mosso al ragazzo, in linea con le ossessioni salutiste radical chic, non riguarda il colore della pelle, ma il fatto che lui ami fumare. Con l’arrivo degli amici di famiglia, l’atmosfera straniante aumenta: tutti sono incuriositi dal ragazzo per via del suo fisico atletico, della presunta vigoria sessuale, del fatto che i neri, ormai, sono diventati โcoolโ. Tutti i vezzi culturali della buona borghesia liberal vengono trasfigurati per assumere un’aura sinistra, dalla psicanalisi al bingo, che qui diventano strumento di controllo e di dominio. Ad aumentare l’inquietudine di Chris ci sono i due domestici neri, entrambi con qualche rotella fuori posto. L’unico altro nero presente รจ un ragazzo vestito alla Huckleberry Finn, compagno di una tardona improponibile, anche lui con comportamenti sempre piรน strani, fino a che la luce di un flash sembra risvegliarlo. Il ragazzo ha una crisi in cui, rivolgendosi a Chris, urla solo โGet outโ: โScappaโ, nel doppiaggio italiano.
In realtร l’espressione inglese conserva una maggiore ambivalenza. โGet outโ รจ โvai fuoriโ, โvai viaโ. Possiamo immaginarcelo anche in un contesto razzista: un nero entra in un bar dell’Alabama con la bandiera sudista al muro e si sente dire โGet out of here!โ, โFuori di quiโ. ร un’espressione che richiama l’esclusione, la separazione. Il che รจ significativo: il pericolo, qui, รจ dato da un ambiente tutto orientato verso l’inclusione, mentre la salvezza sta nel tirarsi fuori, nel rifiutare l’abbraccio.ย Non sappiamo quanto il regista, che peraltro รจ nero, abbia riflettuto sulle conseguenze logiche e politiche della sceneggiatura. E, del resto, nel film รจ presente anche un’altra sottotrama, molto piรน classica, sul fatto che le vite dei neri “valgono meno” agli occhi della polizia, che non si sbatte minimamente nel cercarli quando scompaiono. Resta comunque il fatto che, per la prima volta nel cinema, un’unione interraziale รจ portatrice di sciagure anzichรฉ di arricchimento.
Ha scritto Lanre Bakare sul Guardian: โI cattivi qui non sono redneck del sud o naziskin o la cosiddetta destra alternativa. Sono i bianchi liberal della classe media. Il tipo di persone che leggono questo sito. Il tipo di persone che fanno acquisti presso Trader Joe, che donano soldi all’Associazione delle libertร civili e che avrebbero votato una terza volta per Obama, se avessero potuto. Bella gente. Gente simpatica. I tuoi genitori, probabilmenteโ. Spiegare ulteriormente la trama del film senza cadere nello spoiler รจ praticamente impossibile, ma c’รจ ovviamente qualcosa di molto malvagio sotto, che Chris scoprirร a sue spese. La cosa interessante, perรฒ, รจ che la bonarietร con cui viene accolto il ragazzo non รจ falsa, รจ autentica (in questo stona il personaggio di Jeremy, il fratello di Rose, che appare sin da subito sadico e quindi rovina l’atmosfera di โviolenza gentileโ). Il piano malefico di questa cricca di ricchissimi bianchi progressisti non usa la scusa dell’amore per i neri per mascherare un odio profondo. No, loro li ammirano davvero. Se potessero, vorrebbero essere loro stessi dei neri, appartenere a questo nuovo Herrenvolk fatto di esuberanza atletica e sessuale.
โOdio il fatto che รจ fico essere un negro al giorno d’oggiโ, diceva Danny in American History X, facendo la figura del ragazzino plagiato dai โnaziskinโ cattivi e da questi addestrato a provare rancore verso quella coolness comunque nel film data per scontata e ribadita. Get out mostra l’altra faccia della medaglia: sรฌ, โรจ fico essere un negro al giorno d’oggiโ, ma questa โficaggineโ resta una proiezione culturale bianca, che non contempla la fine del dominio razziale, ma lo ripropone sotto altre vesti. Lo rafforza. Il nero ridotto a barboncino da sfoggiare in societร รจ di nuovo usato e offeso, ma stavolta in una forma ritenuta accettabile, democratica, etica. Nella sua critica da sinistra alla retorica interculturale, Walter Baroni ha parlato dei โRambo dell’immigrazioneโ, cioรจ gli immigrati dei film e degli spot antirazzisti, che sono sempre piรน bravi, piรน onesti, piรน intelligenti, piรน colti, piรน morali degli europei. Come dice il grande Walt Kowalski di Gran Torino a un bianco vestito da rapper che assiste imbelle alle prepotenze di un gruppetto di bulli neri: โLi chiami ‘fratelli’ questi animali? Vorresti avere le palle nere come loro? Questi non ti vogliono come fratello. E fanno beneโ.
Adriano Scianca
1 commento
Fanno bene?
Fanno molto bene!
Il traditore รจ la razza piรน schifosa che esista!