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Pronte nuove sanzioni alla Russia: bloccato l’oro russo e lista nera per Sberbank

by Andrea Grieco
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Roma, 20 lug –Nuove sanzioni nei confronti della Russia sono in programma secondo la bozza preparata dai rappresentanti dei 27 stati membri dell’Unione europea, tra i nuovi provvedimenti spiccano, da quanto si apprende, sanzioni sull’oro russo e nei confronti della Sberbank, la principale banca russa che finisce così nella blacklist di Bruxelles dopo essere stata esclusa dal sistema Swift, mentre vengono estese deroghe concesse alle banche di Mosca sanzionate per lo sblocco di asset legati al commercio di grano. Alcuni paesi come Ungheria, Austria e Croazia, dove Sberbank è presente e operativa, avrebbero espresso delle perplessità riguardo questi provvedimenti, chiedendo un “periodo di adattamento” precedente alle restrizioni sulla banca.

Nuove sanzioni per numerose aziende

In totale sarebbero circa cinquanta le aziende destinate a finire nella lista nera degli individui ed entità che subiscono misure restrittive. Secondo alcune indiscrezioni questi stessi provvedimenti potrebbero essere sorpassati nel caso in cui si provasse che sono necessari per l’acquisto, l’importazione o il trasporto di prodotti agricoli e alimentari, compreso grano e fertilizzanti. Intervento necessario per affrontare il problema della sicurezza alimentare emerso prepotentemente a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina. La decisione porta così a 1.229 il numero totale di persone inserite nella lista dell’Ue in relazione alla guerra in Ucraina, mentre salgono a 110 il numero di aziende coinvolte. 

Europa sempre più tra le braccia degli Stati Uniti

Questo nuovo pacchetto di sanzioni va ad acuire ancora di più la situazione di scontro venutasi a creare in seguito allo scoppio del conflitto, non prendendo minimamente in considerazione una pacificazione. Come è ormai prassi, l’Europa è la principale vittima delle conseguenze economiche prodotte dalle numerose sanzioni che continuano a susseguirsi da mesi. I disastrosi risvolti che stanno subendo le varie economie degli stati membri sembrano non destare preoccupazione ai vari governi, che invece di pensare ad una politica di indipendenza e autonomia, stanno sempre di più buttando il vecchio continente nelle braccia degli Stati Uniti e della Nato.

Andrea Grieco 

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