Roma, 12 feb – Abbiamo dibattuto incessantemente sull’attuale stato in cui versa il mondo dell’istruzione italiano, figlio sempre più di una deriva politica e ideologica lontana dalla laicità con cui andrebbe affrontato il percorso di crescita e formazione degli studenti. Tematiche di matrice liberal, ecologista in salsa gretina e progressista sono costante attualità degli anni accademici, promosse in nome di una finta uguaglianza da preservare e promuovere che, nella realtà dei fatti, è la prima artefice di squilibri e danni per il carattere degli studenti. Infatti, il dibattito relativo alla necessità di affrontare argomenti con sfondo ideologico preciso e ben delineato ha prodotto l’avversione di troppi giovani verso la società e la realtà circostante, ben diversa dal “mondo fatato” che tra i banchi di scuola viene promosso e auspicato.
La scuola progressista è un modello già fallito
Inoltre, è doveroso denunciare come il senso di pretesa di troppi studenti e docenti verso l’eccessiva semplificazione del percorso scolastico sia finito per danneggiare proprio i giovani provenienti da contesti e ceti sociali maggiormente disagiati. Ne è l’esempio lampante anche la pandemia: il richiamo alla Dad e allo snellimento degli esami di stato o delle verifiche più temute dagli studenti ha amplificato la distanza tra i facenti parte di un contesto sociale benestante, capace di colmare autonomamente le eventuali lacune scolastiche, e tra chi per difficoltà economiche o di grado culturale e sociale avrebbe nell’istruzione l’unico percorso per salvarsi da un futuro colmo d’ignoranza ed arretratezza. Una disamina cruda quanto reale di quanto espresso è riscontrabile nel prezioso e coraggioso testo di recente pubblicazione della docente Silvia Mastracola e del sociologo Luca Ricolfi: nel loro Il danno scolastico. La scuola progressista come macchina della disuguaglianza (La Nave di Teseo) sono espresse le ragioni che hanno portato storicamente a questa deriva nichilistica, fondata sulla cultura della semplicità e della svogliatezza.
Una strada pericolosa
Una pericolosa strada intrapresa che sforna annualmente alunni incapaci di formulare discorsi di senso compiuto e totalmente privi di una competenza storica e umanistica soddisfacente. A compensare tali lacune non sarà certo l’ideologismo volto a trascinare i ragazzi in piazza nel nome di Greta e della necessità di disprezzare imprenditori, lavoratori e settori economici che danneggerebbero eccessivamente l’ambiente. Piuttosto, con tale manipolazione dei giovani poco informati non si farà altro che produrre una classe dirigente incapace di ragionare prima di compiere scelte importanti. Eventualità che sarebbe da scongiurare e che osserviamo anche nell’attuale crisi dell’energia, dove l’ambientalismo malsano e moralista assunto anche nelle scuole impedisce di trovare soluzioni concrete e ferme per contrastare quel che rischia di rivelarsi una bomba sociale non più disinnescabile.
Tommaso Alessandro De Filippo
5 comments
Il sapere ha raggiunto prezzi e condizioni stellari… alla portata di pochissimi. Solo comunità politico-economiche coscienti e militanti possono opporvisi!
“Ci esprimiamo in venti secoli di alta civiltà eppure nessun regime resisterebbe a due mesi di verità…. La Scuola Naturalistica avrà fatto tutto il suo dovere, credo, quando sarà bandita in tutti i paesi del mondo… Era il suo destino….” (Louis-Ferdinand Celine Hommage à Zola 1933)
https://telegra.ph/LA-SCUOLA-DEI-CADAVERI-DEGLI-SCORPIONI-APOCALITTICI-11-15
“Le ragazze e i ragazzi hanno bisogno di cercare e di trovare i loro maestri, di trovare educatori a tutto tondo, persone disponibili, attente e provocatrici di curiosità intellettuale, che insegnino ciò che aiuta l’altro a diventare padrone di se stesso…” (Annali online della Didattica e della Formazione Docente” Vol. 8, n. 11/2016, p. 17. Giovanni Genovesi)
https://telegra.ph/O-maestrucoli-fabbricanti-di-Deserti-12-05
« Ogni forza è morale, perché si rivolge sempre alla volontà: e qualunque sia l’argomento adoperato – dalla predica al manganello – la sua efficacia non può essere altra che quella che sollecita infine interiormente l’uomo e lo persuade a consentire… Quale debba esser poi la natura di questo argomento, se la predica o il manganello, non è materia di discussione astratta…. Ogni educatore sa bene che i mezzi di agire sulla volontà debbono variare a seconda dei temperamenti e delle circostanze. » (Giovanni Gentile, Palermo il 24 marzo 1924)
https://telegra.ph/Uninfinita-plasmabilit%C3%A0-12-03
By Manlio Amelio
[…] Author: Il Primato Nazionale […]
[…] La scuola progressista non può essere il modello del futuro Il Primato Nazionale […]
Da ex sassantottini che aspettarsi se non la squola del 6 politico?
Che tristezza.