Roma, 21 mag – E’ stata la casa editrice Hakusensha di Chyoda (Tokyo), a comunicare ieri via Twitter la morte del disegnatore Kentaro Miura, avvenuta lo scorso 6 maggio. La causa del decesso un aneurisma all’aorta, a soli 54 anni. Nonostante alcune opere conosciute (tra cui Il Re Lupo, edito in Italia dalla Panini) una grossa parte della carriera dell’autore è legata all’iconico e rivoluzionario Berzerk, manga pubblicato dal 1989 al 2021 (in Italia dal 1996, sempre per Panini-Planet Manga) e, attualmente, ancora in corso, con all’attivo 40 volumetti brossurati (tankobon), 80 nell’edizione italiana che ha goduto di più ristampe con differenti formati.
Miura e il successo di Berzerk
Come tutte le opere nipponiche, nel Sol Levante, aveva visto la serializzazione sulla rivista Young Animal, una delle ammiraglie della Hakusensha, specializzata in seinen manga, ossia i manga indirizzati ad un pubblico maschile, composto prevalentemente di studenti di scuola o di università. Il successo della serie è stato tale da farle dedicare ben due serie animate, una di 25 episodi (di 25 minuti l’uno), tra il ’97 e il ’98, portata anche in Italia dalla Yamato Video in dvd e da Italia 1 sugli schermi. In quel caso, per la prima volta, la rete Mediaset tentò la carta della trasmissione di anime giapponesi in adattamenti più filologici, mandati in fascia oraria più tarda. L’altra serie, di due stagioni per un totale di 24 episodi, in onda dal 2016 al 2017, è inedita nel nostro Paese. E anche una trilogia di film (tra il 2012 e il 2013), distribuiti dalla Warner Bros e pubblicati in Italia su dvd sempre da Yamato.
Kentaro Miura nasce l’11 luglio del 1966 a Chiba, nell’omonima prefettura, nella regione del Kanto, a sud-est di Tokyo. A soli dieci anni inizia a disegnare il manga Miuranger. Come già rilevato, i due manga più iconici sono Il Re Lupo, realizzato su testi di Buronson (il papà di Ken il Guerriero) che poi avrà anche un seguito, La leggenda del Re Lupo e ovviamente Berzerk. Quest’ultimo manga ha venduto copie in cifre da capogiro in tutto il mondo, frantumando numerosi record, sia in patria che altrove. La storia è ambientata in un medio-evo alternativo e crudo e segue le gesta del mercenario sanguinario Gatsu (Gatz nelle serie animate, Guts nei film e nei videogiochi). Figlio del cadavere di una donna impiccata e privo della madre adottiva sin dalla tenera età di due anni, viene allevato da una compagnia di ventura. E del suo rapporto conflittuale con Grifis, capo della Squadra dei Falchi, di cui entra a far parte in seguito ma da cui si separa in cerca della sua identità. Nel 2002 grazie al suo manga ottiene il secondo posto al prestigioso Osamu Tezuka Award of Excellence, che incorona l’Olimpo dei mangaka.
Uno degli indiscutibili Maestri del fumetto
Berzerk è dunque un’opera iconica che ha finito con il “sovrapporsi” totalmente al suo autore che, di fatto, ha realizzato al di fuori solo pochissime altre opere (è del 2013, Gigantomakia, il suo primo lavoro originale dopo vent’anni della serie più famosa). Un fumetto che è entrato nel gotha e nella storia del manga, caratteristico per il tratto realistico e duro, iperviolento. Una delle carte vincenti, anche la mistura, soprattutto nella resa grafica di armi, armature e castelli di differenti periodi storici. La morte dell’autore lascia incompiuta sia la sua serie principale che Duranki, progetto ispirato al mondo mitologico mesopotamico, iniziato nell’estate del 2019.
Una delle caratteristiche dolenti di Miura era la discontinuità nella sua attività professionale, a tal punto da rendere aperiodiche e imprevedibili le uscite dei suoi lavori, talvolta anche solo un volumetto all’anno. Non sappiamo se la grande notorietà di Berzerk costituisse anche un cruccio per l’autore, magari troppo “costretto” all’immaginario realizzato nel suo manga principale. Quel che possiamo dire per certo è che, però, se n’è andato uno degli indiscutibili Maestri del fumetto nipponico, uno dei più conosciuti e validi di tutti i tempi. Il cui lavoro resterà indimenticato negli appassionati anche nei decenni a venire. Resta il cruccio di cosa avrebbe potuto donarci in futuro. Ma la stella di Kentaro Miura, nonostante tutto, è destinata a non sbiadire, destinata all’Empireo del fumetto mondiale, non solo giapponese.
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Maurizio L’Episcopia