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Radicale, eretica e pagana: la Generazione ‘78 ha ancora tanto da raccontarci

by Marco Battistini
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Roma, 16 apr – Sono passati cinquantadue anni da quella maledetta notte del 16 aprile 1973. Nel quartiere romano di Primavalle alcuni componenti di Potere Operaio incendiano l’abitazione di Mario Mattei, militante missino. Rampolli di buona famiglia che giocano con la vita di una famiglia proletaria: finisce in tragedia, come ben sappiamo. Virgilio e Stefano, 22 e 8 anni: l’odio comunista lascerà avvolti tra le fiamme due dei sei figli del segretario della sezione Giarabub. Inizia da qui il “viaggio storico, critico e introspettivo” di un bambino che, dopo aver sentito del tragico fatto, non trova risposte alle domande fatte alla nonna. Proprio dall’evento più drammatico di una stagione politica segnata (anche) dal sangue e dal piombo cambierà le prospettiva di quella che sarà – ma in fondo, forse, lo è sempre stata – la sua comunità di destino. Genesi della Generazione ‘78, una storia raccontata su carta e inchiostro nell’omonimo libro – edito dai tipi di Settimo Sigillo – di Francesco Mancinelli

Generazione ’78: un percorso personale e comunitario

Cantautore originario del viterbese, l’autore di Generazione ‘78 rientra nella schiera degli artisti radicali, eretici e pagani. Non aspettatevi quindi il solito racconto cronologicamente ordinato. Il volume, un percorso tanto personale quanto comunitario, riesce a mettere insieme – in maniera chiara e pulita – i pezzi di un puzzle a dir poco complicato. Si parte dalla ninna nanna del padre – Ta Pum, popolare canzone del primo conflitto mondiale. E dai ricordi della televisione in bianco e nero. Non proprio la versione spazzatura dei giorni nostri: non ancora infettato dal virus marxista, il piccolo schermo, positivamente contaminato dal teatro, poteva vantare un ruolo quasi mitopoietico.

Le pagine si susseguono quindi fitte di arguti ragionamenti, taglienti ricordi e aneddoti particolari. Dal rogo di Primavalle alla strage di Acca Larentia. I fratelli Mattei, Miki Mantakas, Sergio Ramelli, Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta, Stefano Recchioni, Alberto Giaquinto. Uno dei meriti del libro è senza ombra di dubbio quello di mettere il lettore davanti alla cruda e crescente progressività dei fatti. Una lunga striscia di cenere, piombo e sangue.

Per difendere una sezione

Erano giorni in cui si moriva, non per sballo o per depressione, ma per difendere una trincea, che qualcuno chiamava sezione” per dirla con le parole dell’ultima canzone di Francesco Mancinelli. Punto di non ritorno, dal 7 gennaio 1978 tutto cambiò. O meglio, si rese palese: oltre all’impunità del terrorismo rosso, l’essere finiti nel bersaglio dello Stato. 

Ma a stridere con la rettitudine di quei ragazzinati in un tempo sbagliato” ma “nati per davvero” fu soprattutto il riscontro fattuale di un Movimento Sociale Italiano sempre più lontano dalla base militante. E da quel mondo che si faceva carico di una precisa eredità. Molte strade si divisero in tutta una serie di sfumature: agli estremi chi costretto a difendersi con le armi per salvare la pelle e chi scelse la via di rimanere organico (ma severamente critico) alla parte istituzionale.

Il destino beffardo della Generazione ‘78

Mito e utopia, questioni di metagenealogia – ovvero l’influenza del vissuto dei nostri antenati – e destino. Antropologicamente distanti da un Dio troppo lontano e morale, per l’autore gli uomini di questo passaggio storico appaiono decisamente più vicini agli dei.

Ventura beffarda, quella della Generazione ‘78. Cresciuta negli anni in cui l’impegno politico non avrebbe potuto escludere – nel suo mazzo di carte – nemmeno l’estremo sacrificio, quei ragazzi si sono fatti adulti nel tempo del riflusso. E adesso sono costretti a convivere – chi dai grigi orizzonti del terzo millennio, chi dai Campi Elisi o dal Valhalla, poco importa – con l’epoca del disimpegno totale. Dove anche un semplice vincolo di militanza è visto dal mondo là fuori come un qualcosa di alieno.

Al di là di ogni schema

Infatti il volume non si cristallizza al passato. Prova a guardare oltre, al di là di ogni semplicistico schema. Ci ritroviamo così ai giorni nostri, magari a Piazza Navona o al bancone del Cutty Sark. La fiamma della Generazione ‘78 non si è ancora spenta, ravvivata per esempio anche da “una delle più grandi intelligenze letterarie del secolo” – così Francesco Mancinelli definisce CasaPound Italia. 

Proprio la tartaruga frecciata, con la sua proposta antropologica al contempo dannunziana e futurista, rinnova ancora oggi il fuoco di quella Tentazione Sinistra che più volte ritorna nel libro. Una nuova devozione alla Vittoria. Proprio come scritto da Mancinelli nel decennale della morte di Fabrizio de André: “il paradiso esiste solo per coloro che non credono nell’inferno e al peccato originale”.

Marco Battistini

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