Roma, 13 lug – La censura contro una casa editrice è un atto gravissimo. Eppure dopo che Facebook ha messo a tacere Altaforte, colpevole di aver violato gli ormai famigerati “standard della comunità” per aver osato condividere la foto di Simone Di Stefano (non un pedofilo o un serial killer, ma un candidato premier alle elezioni politiche del 2018), in pochi hanno avuto il coraggio di difendere la casa editrice sovranista. Tra gli sparuti uomini liberi, insieme ad alcuni intellettuali e parlamentari dell’opposizione, figura come sempre Vittorio Sgarbi. Il critico d’arte – da qualche mese a questa parte anche collaboratore de Il Primato Nazionale – sulla sua pagina Facebook ha stigmatizzato la decisione del gigante social.
Per Sgarbi una vera e propria intimidazione
“Incitamento all’odio?”, si chiede retoricamente Sgarbi commentando un articolo che riportava la notizia della censura di Altaforte. “Per anni il Movimento 5 Stelle ha condotto campagne di odio contro gli avversari politici, sbeffeggiandoli in tutti i modi, oltre ogni limite, praticando le tanto famigerate “tempeste di merda” (coordinate da Casalino e i suoi scagnozzi) contro leader di Pd, Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, senza che Facebook si preoccupasse di oscurare o rimuovere le loro pagine. Quella contro Altaforte non è solo censura, è intimidazione”.
Una presa di posizione netta, quella di Sgarbi, che si spera possa far destare dal torpore anche i più timidi, quelli che fino adesso non si sono esposti in difesa di Altaforte per paura di ritorsioni politiche. Dal canto suo la casa editrice ha già annunciato che adirà alle vie legali: “Decisione assurda e inaccettabile che non corrisponde assolutamente alla realtà dei fatti. Quella di censurare la pagina, senza possibilità di replica è una decisione puramente politica, dovuta al fatto che la nostra è una casa editrice sovranista e non allineata, posizione evidentemente scomoda per i guardiani del pensiero unico”.
Davide Romano
1 commento
Questa dittatura comunista ha passato ogni limite è ora di farla finita e punirli come in tutte le rivoluzioni con la sentenza davanti al popolo d’italiani veri che deciderà che fine farà fare a questi delinquenti .