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Borse schizofreniche, torna l’euforia. Ma non c’è da fidarsi

by Giuseppe Maneggio
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borseMilano, 10 feb – Le Borse europee mettono fine ad una striscia negativa che durava da ben sette sedute quest’oggi. Quaranta giorni di devastazione finanziaria che hanno lasciato sul terreno numeri da brividi. Solo Piazza Affari ha perso un quarto del suo valore da inizio anno. Peggio di Milano solo la Borsa di Atene con una perdita pari al 28,5 %. Crollo ellenico che peraltro è stato enfatizzato dai timori sulla tenuta del governo guidato da Alexis Tsipras contestato aspramente per la riforma delle pensioni.

I primi due giorni di questa settimana sono stati preda di un profluvio di vendite. L’indice Ftse Mib di Milano ieri si era portato sotto la soglia dei 16 mila punti raggiungendo i minimi dal luglio del 2013. Oggi viceversa il rimbalzo in attesa della riunione della Bce del prossimo 10 marzo e del discorso della governatrice della Fed, Janet Yellen, al Congresso statunitense.

E in effetti le attese erano molte riguardo a ciò che avrebbe annunciato la Yellen quest’oggi. Le sue dichiarazioni sono state rilasciate questa mattinata a Washington, di conseguenza non hanno avuto un grosso impatto sui listini europei che si trovavano in chiusura. Chi si attendeva un rialzo dei tassi Usa rimarrà a bocca asciutta. Troppi rischi per il futuro economico globale e di conseguenza i tassi “potrebbero probabilmente salire in modo più graduale“. A detta della Yellen, la Fed manterrà una politica monetaria accomodante proprio per sostenere la debole crescita economica statunitense. Queste dichiarazioni potrebbero avere degli effetti negativi sui listini delle già deboli borse europee. Domani si capirà se quella di oggi sia stata una semplice giornata di rimbalzo o se proseguirà il trend di acquisti.

Nell’attesa Piazza Affari mostra oggi un progresso di circa 4,5 punti percentuali, trascinata proprio da quel settore bancario uscito con le ossa rotte in questi primi 40 giorni dell’anno. Tensione che pare pure essersi allentata sul mercato secondario dei titoli di Stato. Il differenziale tra il Btp a dieci anni e il Bund tedesco è sceso a 135 punti dopo che ieri aveva sfiorato i 155 punti base.

Al di là dei risultati di oggi, il mondo finanziario fatica a trovare un suo equilibrio. Sono numerosi i fattori che stanno scatenando queste forti ondate di vendite, ma tra i principali attori sospettati abbiamo molto probabilmente i fondi sovrani nord americani – BlackRock su tutti – desiderosi di alleggerire il loro portafogli, e i fondi sovrani dei paesi produttori di petrolio pesantemente colpiti dai minimi storici toccati dal prezzo del greggio.

Giuseppe Maneggio

 

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