
Proviamo comunque a fare un po’ di ordine fra i diversi aspetti introdotti dalla riforma.
- Sono presenti delle disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti che prevedono l’applicazione del contratto a tutele crescenti ai lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato e i licenziamenti collettivi e stabilisce che per “le piccole imprese la reintegra resta solo per i casi di licenziamenti nulli e discriminatori e intimati in forma orale. Negli altri casi di licenziamenti ingiustificati è prevista un’indennità crescente di una mensilità per anno di servizio con un minimo di 2 e un massimo di 24 mensilità (6 per le piccole aziende)”.
- Altre disposizioni riguardano il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in caso di occupazione involontaria e di ricollocazione dei lavoratori disoccupati che introduce la Naspi, ossia la nuova assicurazione sociale per l’impiego, l’Asdi (l’assegno di disoccupazione riconosciuto a chi non ha trovato impiego e la Naspi è scaduta), l’indennità di disoccupazione Dis-Col (per i collaboratori).
- Testo organico semplificato delle tipologie contrattuali e revisione della disciplina delle mansioni in cui vengono eliminati i contratti di collaborazione a progetto (co.co.pro e co.co.co.) e vengono invece confermate queste tipologie:
Contratto di somministrazione
Contratto a chiamata
Lavoro accessorio (voucher)
Apprendistato
Part-time
Mansioni
- Sono altresì presenti delle disposizioni in materia di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro (esame ancora in via preliminare), che riguarda la maternità.
Ricapitolando:
Il contratto a tutele crescenti – Tutti i nuovi dipendenti di un’azienda saranno assunti con il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, tutele che cioè cresceranno in relazione all’anzianità di servizio. Nelle intenzioni questa modalità di assunzione dovrebbe andare a rimpiazzare tutti i tipi di contratti atipici.
L’articolo 18 – I lavoratori lasciati a casa ingiustamente da un’impresa avranno minori chance di essere reintegrati al loro posto, anche quando fanno ricorso in tribunale contro l’azienda e ottengono una sentenza favorevole del giudice. Prevista, nella maggioranza dei casi, un’indennità sostitutiva.
Mansioni flessibili – Sarà più semplice far passare il lavoratore da una mansione all’altra, compreso il cosiddetto demansionamento, in caso di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale. Il demansionamento introduce per la prima volta la possibilità di far decrescere professionalmente una risorsa all’interno dell’azienda.
Riforma Aspi (indennità di disoccupazione) – Il vecchio sussidio di disoccupazione sarà rapportato a quanti contributi il lavoratore ha versato. Chi ha pagato più contributi avrà diritto a una maggior durata dell’Aspi, anche oltre ai 18 mesi massimi fissati fino a ora. L’Aspi sarà esteso anche ai collaboratori, almeno finché queste figure professionali non saranno definitivamente cancellate dal contratto a tutele crescenti. Per chi si troverà nelle situazione più difficili, potrebbe essere introdotto un “secondo Aspi”.
Riforma Cig (Cassa integrazione in deroga) – Non si potrà più autorizzare la Cig in caso di cessazione definitiva di attività aziendale. Ci saranno nuovi limiti per la durata sia della cassa integrazione ordinaria (che ora è di due anni) che per quella straordinaria (che è di quattro). L’obiettivo è di assicurare un sistema di garanzia universale per tutti i lavoratori con tutele uniformi e legate alla storia contributiva del lavoratore.
Tutela della maternità – Sarà estesa anche alle lavoratrici che non sono assunte con contratto a tempo indeterminato. Poco chiara la modalità in quanto si parla dell’utilizzo di “contratti di solidarietà attivi” che dovrebbero permettere a tutti di conciliare meglio i tempi di lavoro e di vita.
Agenzia per l’occupazione – Sarà costituita un’agenzia nazionale per il lavoro, che nelle speranze del governo dovrebbe funzionare come nel modello tedesco, e che dovrebbe farsi carico di conciliare domanda e offerta così come istituito dalle regole di mercato. Perchè il lavoro è un mercato.
Giuseppe Maneggio