Sono sicuro che molti di voi, nel corso della loro vita, avranno conosciuto – o magari ne avranno anche fatto parte – un gruppo ristretto e piuttosto chiuso. Una manciata di amici o conoscenti poco aperta alle novità, dove si parlava un gergo incomprensibile e si guardava agli altri con un filo di superiorità. Ai miei tempi si chiamava «compagnia» o «comitiva», oggi si chiamano «economisti». Ogni tanto questi strambi personaggi se ne escono con idee stravaganti e balzane, e oggi vi parlerò di una di queste, la teoria della Trickle down economics, letteralmente «l’economia del gocciolamento dall’alto», che già dal nome fa molto ridere.
Questo articolo è stato pubblicato sul Primato Nazionale di ottobre 2022
Resa famosa da Margaret Thatcher e Ronald Reagan negli anni Ottanta, questa bizzarra tesi sosteneva che, tagliando le tasse alle persone più ricche, si avranno benefici «a cascata» per l’intera società, in particolare per le classi meno abbienti. Con una tassazione inferiore, unita possibilmente a una semplificazione estrema di leggi e regolamenti – visti come un freno alla libera concorrenza –, le imprese useranno il denaro risparmiato per espandere le proprie aziende, assumere lavoratori e investire massicciamente, dando così vita a un meraviglioso circolo virtuoso, dove la ricchezza scorrerà come l’acqua alle cascate del Niagara.
Gli errori degli economisti
Peccato che l’evidenza empirica abbia dimostrato come questa teoria sia completamente priva di fondamento, e come normalmente a una diminuzione delle tasse corrisponda esclusivamente un aumento dei profitti per le grandi imprese, con effetti marginali o nulli sull’occupazione e sulla crescita economica. In realtà, oltre alle tasse, viste come il male assoluto, vi era un altro punto fondamentale, il quale, purtroppo, resiste anche nelle teorie economiche che vanno per la maggiore ai nostri giorni: ovvero, la disoccupazione veniva considerata esclusivamente come…