Venezia, 3 apr – Avete presente il “classico” imprenditore del triveneto, tutto capannone, osteria, famiglia ed evasione fiscale? L’ultima soprattutto, caratteristica ormai etichettatagli addosso dalla vulgata autorazzista che lo vorrebbe infedele nei confronti del fisco e quindi fra i responsabili principali del declino economico italiano. Bene, prendete il clichĆ© e cestinatelo direttamente, perchĆ© nel nordest si registra la più alta fedeltĆ fiscale di tutta Italia.
E’ quanto emerge da uno studio, realizzato dalla Cgia di Mestre, nel quale emerge comeĀ la correttezza dei contribuenti del Nordest rispetto al fisco si attesti su livelli molto più elevati che nel resto del Paese. Lāanalisi ĆØ stata condotta mettendo a confronto vari indicatori: lāincidenza dei redditi dichiarati sui consumi; la quota dei redditi dichiarati su quelli disponibili; il tasso di irregolaritĆ degli occupati; la litigiositĆ fiscale. Per ciascuno di questi indicatori ĆØ stato posto a 100 il dato nazionale e sono stati ricalcolati i valori delle 20 regioni italiane attraverso una proporzione. A valori più elevati dellāindiceĀ corrisponde un grado di fedeltĆ fiscale presunta più elevato.
“La palma dei cittadini più ligi con il fisco – si legge nelle conclusioni – spetta ai residenti del Trentino Alto Adige, dove il grado di valutazione della fedeltĆ fiscale ĆØ il più elevato (indice pari a 166,4). Seguono gli abitanti del Veneto e del Piemonte (entrambi con indice 133,5), quelli del Friuli Venezia Giulia (127,9), dellāEmilia Romagna (125,7), della Valle dāAosta (123) e della Lombardia (121,5)”. La situazione peggiora via via che ci si sposta verso il meridione,Ā con il centro che si attesta sulla media nazionale mentre Campania, Sicilia e Calabria si collocano agli ultimi posti.
Nonostante ciò, il mezzogiorno sembra comunque poter migliorare le proprie performance: āAnche al Sud ā spiega infatti il segretario della Cgia, Renato Mason ā ci sono dei segnali che ci consentono di affermare che ĆØ in atto una importante inversione di tendenza. Cosa che non succedeva da moltissimi anni. Sul fronte della diffusione del lavoro nero, ad esempio, tra il 2000 e il 2013 questa ripartizione territoriale ha segnato la contrazione del tasso di irregolaritĆ degli occupati più elevata di tutte le altre. A dimostrazione che ci sono dei segnali di legalitĆ che vanno rafforzati, attraverso la crescita e lāoccupazione per mezzo degli investimentiā.
Filippo Burla