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L’imprenditore-evasore del Nordest? Un cliché: sono i più “fedeli” al fisco

by Filippo Burla
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triveneto fedeltà fiscoVenezia, 3 apr – Avete presente il “classico” imprenditore del triveneto, tutto capannone, osteria, famiglia ed evasione fiscale? L’ultima soprattutto, caratteristica ormai etichettatagli addosso dalla vulgata autorazzista che lo vorrebbe infedele nei confronti del fisco e quindi fra i responsabili principali del declino economico italiano. Bene, prendete il cliché e cestinatelo direttamente, perché nel nordest si registra la più alta fedeltà fiscale di tutta Italia.

E’ quanto emerge da uno studio, realizzato dalla Cgia di Mestre, nel quale emerge come la correttezza dei contribuenti del Nordest rispetto al fisco si attesti su livelli molto più elevati che nel resto del Paese. L’analisi è stata condotta mettendo a confronto vari indicatori: l’incidenza dei redditi dichiarati sui consumi; la quota dei redditi dichiarati su quelli disponibili; il tasso di irregolarità degli occupati; la litigiosità fiscale. Per ciascuno di questi indicatori è stato posto a 100 il dato nazionale e sono stati ricalcolati i valori delle 20 regioni italiane attraverso una proporzione. A valori più elevati dell’indice  corrisponde un grado di fedeltà fiscale presunta più elevato.

“La palma dei cittadini più ligi con il fisco – si legge nelle conclusioni – spetta ai residenti del Trentino Alto Adige, dove il grado di valutazione della fedeltà fiscale è il più elevato (indice pari a 166,4). Seguono gli abitanti del Veneto e del Piemonte (entrambi con indice 133,5), quelli del Friuli Venezia Giulia (127,9), dell’Emilia Romagna (125,7), della Valle d’Aosta (123) e della Lombardia (121,5)”. La situazione peggiora via via che ci si sposta verso il meridione, con il centro che si attesta sulla media nazionale mentre Campania, Sicilia e Calabria si collocano agli ultimi posti.

Nonostante ciò, il mezzogiorno sembra comunque poter migliorare le proprie performance: “Anche al Sud – spiega infatti il segretario della Cgia, Renato Mason – ci sono dei segnali che ci consentono di affermare che è in atto una importante inversione di tendenza. Cosa che non succedeva da moltissimi anni. Sul fronte della diffusione del lavoro nero, ad esempio, tra il 2000 e il 2013 questa ripartizione territoriale ha segnato la contrazione del tasso di irregolarità degli occupati più elevata di tutte le altre. A dimostrazione che ci sono dei segnali di legalità che vanno rafforzati, attraverso la crescita e l’occupazione per mezzo degli investimenti”.

Filippo Burla

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