“Io quel provvedimento lo difendo, risponde a una necessità, crea lavoro. Naturalmente posso sbagliare, non dico di essere perfetta. Ma anche nei miei errori c’è sempre la buonafede, mai la lusinga di qualcuno o gli interessi personali”, spiega la Boschi. “Crea lavoro” ( o in alternativa gli investimenti) sembra essere il passepartout. Come anche la successiva dichiarazione di purezza: “Ci attaccano i poteri forti proprio perché non siamo schiavi dei poteri forti, non siamo il terminale di niente e di nessuno”.
Peccato che la celerità nell’approvare l’emendamento incriminato (alle quattro di notte) vada a beneficio quasi esclusivo della francese Total, che da anni sfrutta il petrolio della Basilicata. Che il provvedimento servisse era fuori dubbio ma la celerità nel fare gli interessi stranieri è quanto meno sospetta mentre, nel frattempo, l’Eni nazionale non viene – nella migliore delle ipotesi – seguita, se non addirittura lasciata al suo destino che, per grazia divina, riesce ancora a costruirsi in autonomia e nonostante l’incapacità del governo. Ne sia di esempio Taranto, dove l’area di stoccaggio petroli (Eni, appunto) è anch’essa in attesa da anni senza che l’esecutivo lavori la notte per sbloccare anche questa situazione.
Nicola Mattei
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La faccia come il culo.