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Otto milioni di cartellette

by Luigi Di Stefano
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agenzia delle entrate

Roma, 13 mag – Parafrasando gli antichi propositi bellici di Benito Mussolini prendiamo atto della decisione del governo di inviare a Giugno (salvo proroghe nel nuovo decreto) 8 milioni di cartelle esattoriali. A chi? Escludiamo pensionati e dipendenti che gravati dal sistema del sostituto di imposta in genere sono in regola col prelievo fiscale, ed escludiamo i dipendenti pubblici che ricevono dallo Stato i soldi che gli verranno trattenuti per pagare le tasse. Ne consegue che il bersaglio degli 8 milioni di cartelle esattoriali saranno “i piccoli”, piccolo commercio, piccole aziende, professioni, artigiani etc, quindi quel mondo di circa 4,5 milioni di Pmi che fanno il 95% del Pil e che danno lavoro a circa 16 milioni di persone. E che i soldi delle tasse (e per le cartelle) devono estrarli dal borsellino dopo averli prodotti.

Però notiamo una contraddizione: la crisi economica indotta dal Covid-19 ha colpito con il lockdown proprio le categorie citate, per le quali sono stati fatti roboanti “annunci”, talmente enfatizzati da far gridare qualche liberista al pericolo di una “statalizzazione dell’Economia” manco ci trovassimo nell’Urss di Stalin o di Breznev. Ma erano tutte chiacchiere: i 600 euro per le partite Iva sono stati erogati solo in parte, i “prestiti garantiti dallo Stato” si sono rivelati una colossale bufala operativa, la Cassa Integrazione in deroga non ha erogato un euro (è quella riservata alle aziende con meno di 15 dipendenti) come pure la Cassa Integrazione normale.

Tra pochi giorni, ci dicono, forse potremmo finalmente sederci ai tavoli di un bar o cenare nel nostro ristorante preferito (ammesso che riescano a riaprire e vengano fornite regole certe e praticabili) ma nelle farmacie ancora mancano le mascherine, che saranno obbligatorie, a prezzo calmierato di 0,50 centesimi. Allora perché inviare 8 milioni di Cartelle Esattoriali a chi non ha più neppure gli occhi per piangere?

Fare bottino dei risparmi degli italiani

Perché il vero “bisiniss finanziario” è proprio se non pagano. Bisiniss non per le casse del Pubblico Erario ma dei pescecani (ce ne sono in tutte le guerre) che vogliono cogliere l’occasione per fare bottino dei beni e dei risparmi degli italiani, ovviamente con la silenziosa complicità della politica che tenterà di dissimulare e compiacere per non far capire a milioni di italiani che saranno venduti come capi di bestiame per “debiti” veri o presunti creati dall’Agenzia delle Entrate.

Lo tentò già il governo Gentiloni nel 2017: vendendo “sui mercati” a 0,5% lo Stato avrebbe incassato 50 euro ogni 1.000, ma poi lo speculatore sarebbe tornato dall’ignaro cittadino ad esigere i 1.000 euro, e quindi il progetto paventato per “far cassa” era in realtà misurato per fare un gigantesco regalo ai pescecani internazionali. Ce ne siamo occupati su Primato Nazionale il 2 Novembre 2017 contribuendo a sensibilizzare i cittadini e bloccare il sordido disegno. Tutti i cittadini devono preoccuparsi perché il sordido disegno si basa su due fattori essenziali senza i quali il bisiniss non si regge:

1) una volta che siete stati “venduti” resterete in soggezione anche tutta la vita

2) il vostro “debito” vero o presunto diventa ereditabile, se morite o vi suicidate per la crisi economica i pescecani verranno a sbranare la famiglia, vedova, figli e nipoti.

Riporto un brano della querela che feci a suo tempo (e archiviata) perché vittima nel 2008 di una cartolarizzazione per un fatto del 1990 (dopo 18 anni!).

  • 27/2/2010, pag.10 (…) La messa in soggezione della persona avviene quando i diritti su di lui vengono compravenduti a sua insaputa, senza quindi che egli possa opporsi, senza che conosca il prezzo di questi diritti (nel qual caso potrebbe tentare di riscattarsi pagando egli stesso lo stesso prezzo di cessione), tenendolo all’oscuro per anni e decenni facendolo inconsapevole strumento di operazioni finanziarie, formando l’entità del suo debito per “certificazione” fra privati. In ultimo un “mandatario” gli ingiunge di pagare per cifre formate fuori del suo controllo e per mezzo del decreto ingiuntivo e il pignoramento di casa, stipendio e risparmi lo mette in condizione di sudditanza, imponendo pratiche vessatorie (la misura dell’aspettativa di vita) e minacciose nei riguardi della famiglia (il trasferimento del credito residuo, ancora una volta a sua insaputa, a terzi e in danno di eventuali eredi). Se il soggetto non dispone di somme adeguate per soddisfare le condizioni richieste non esce più da questa condizione per tutta la vita, non essendo previsto un termine temporale oltre il quale può ritenersi liberato.Questa “soggezione continuativa” in completo arbitrio di privati si configura in “servitù per debiti”, e quindi “schiavitù di fatto”. Ciò perché nel periodo in cui si trova in soggezione continuativa presta inconsapevolmente un servizio su cui il creditore lucra e che non contribuisce a decurtare il suo debito, anzi semmai lo aggrava.
    Quindi, rispetto alle usuali e riconoscibili forme di riduzione in schiavitù per debiti, quali ad esempio l’immigrato costretto alla prostituzione, o a vendere paccottiglia ai semafori, o al lavoro coatto, quella chi mi riguarda è molto più sofisticata e molto più produttiva per lo schiavista, relativa non ai modesti introiti relativi a questi esempi, ma alla creazione e alla vendita sui mercati finanziari di titoli per miliardi di €. Ma la sostanza rimane la stessa: tenere un individuo in soggezione per lucrare sulle sue prestazioni, una volta magari facendogli vendere ombrelli ai semafori, l’altra facendolo garante inconsapevole di miliardi di €; Il sottoscritto, quando verranno riconosciute le sue ragioni, chiederà l’indennizzo per queste prestazioni di servizio che svolge inconsapevolmente fin dal 1999.

Visto come stanno le cose ora studieremo un sistema giuridico per impedire alla Agenzia delle Entrate o chi per lei di “cartolarizzare” gli 8 milioni di cartelle. Se non ci sarà reazione significa che il governo era in buona fede e non aveva nessuna intenzione di vendere all’estero milioni di cittadini come capi di bestiame. Se invece cominciano a sbraitare ed invocare il “risanamento” allora proprio quella era l’intenzione. Quando avremo messo a punto gli atti giuridici per evitare che chi riceve la cartella sia poi depredato da speculatori stranieri insieme ai figli e nipoti avviseremo tramite il Primato Nazionale.

Luigi Di Stefano

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2 comments

roberto 13 Maggio 2020 - 1:19

Interessantissimo, quanto inquietante articolo. Peccato un refuso, al punto “tentò già il governo Gentiloni nel 2017: vendendo “sui mercati” a 0,5% lo Stato avrebbe incassato 50 euro ogni 1.000, ma…”

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Luigi 22 Maggio 2020 - 10:16

Pardon, avrebbe incassato 5€ ogni 1.000

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