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Rai e Eni presto privatizzate: parola di Saccomanni

by Giuseppe Maneggio
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privatizzazioni-saccomanni-amp-quot-sotto-esame-eni-e-rai-amp-quotRoma, 29 ott – Continua a discutersene ma ieri è arrivata una prima conferma: lo stato è pronto a cedere ai privati quote che detiene nella Rai e in Eni. Così stando alle dichiarazioni del ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni, intervistato ieri sera da Fabio Fazio a Rai 3. “Sono sotto esame tutte le varie ipotesi” e “stiamo guardando ogni possibile soluzione. L’obiettivo è dare una mano alla riduzione del debito pubblico”. Il ministro ha poi specificato: “Noi abbiamo detto, lo ha detto anche il presidente del Consiglio Enrico Letta, che intendiamo annunciare entro fine anno un programma di privatizzazioni che coprirà sia proprietà immobiliari dello Stato, ma anche partecipazioni azionarie, che sono ancora numerose anche se veniamo dopo un percorso di privatizzazioni significative negli anni scorsi”.

Qualche giorno fa si erano rincorse voci su una possibile dismissione della quota del 4% detenuta dallo Stato in Eni. E aveva destato attenzione anche il possibile interessamento del finanziere Tarak Ben Ammar che, in una intervista rilasciata a Radio 24, si era così espresso: “se la Rai vuole vendere, privatizzare, siamo qua”, ha detto riferendosi a un eventuale interesse per La7 e Rai.

Ma solo l’opzione di privatizzare la Rai ha fatto saltare dalla sedia alcuni esponenti della politica, come riporta La Repubblica: “La Rai potrebbe cedere rami di azienda, ha tanti canali e potrebbe concentrare il servizio pubblico su quattro o cinque frequenze vendendo le altre. Oppure può quotarsi in Borsa e vendere sul mercato delle azioni, tipo Enel, Eni. Le norme della mia legge lo consentono. Ma uno come Saccomanni non è in grado di gestire un processo simile”, afferma Maurizio Gasparri.

E Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, sottolinea che “La Rai è un bene pubblico, bisogna riformarla come realtà meglio governata e in grado di interpretare le esigenze del servizio pubblico ma certamente non è da mettere sul mercato, insieme ad aziende che fanno utili. Quando si prendono di mira realtà che fanno profitti è preoccupante”. Stessi toni da Giovanni Centrella, leader dell’Ugl: “E’ paradossale pensare di fare cassa con una svendita, lo è ancora di più credere di di farlo con la Rai, che andrebbe custodita con assoluta attenzione e valorizzata in ogni sua parte”.

Insomma, per la Rai sono tutti pronti a fare le barricate. Viceversa, nessuno pare abbia voglia di immolarsi per difendere Eni. Non ci vuole molto per comprendere che Mamma Rai con tutte le sue consorterie partitiche rappresenti ancora una forte valvola di sfogo per la politica italiana interessata più a lottizzarla che non a renderla oggetto di mercato. Per Eni il discorso appare ben diverso, per la gioia dei famelici “investitori stranieri” pronti a cannibalizzare un competitor fin troppo operoso ed efficiente nel settore energetico.

Giuseppe Maneggio

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