Roma, 16 set – Tante chiacchiere, molte promesse, pochi aiuti concreti e zero interventi strutturali. E così in Italia migliaia di imprese rischiano di chiudere, di fronte a un caro prezzi sempre più insostenibile. L’esempio se vogliamo più emblematico, è relativo al bene primario per eccellenza: il pane. Non siamo ancora all’iperinflazione della repubblica di Weimar, quando in Germania per un chilo di pane serviva più di un chilo di banconote, ma la tendenza è comunque allarmante. A tal punto che a Milano il prezzo del pane ha superato i 4 euro al chilo.

Per un chilo di pane servono 4 euro? A rischio 1.350 imprese

Oltre alla mazzata evidente per le famiglie, lo spaventoso aumento si traduce con un grosso problema per l’intero settore della panificazione. A lanciare l’allarme è l’Associazione dei panificatori italiani e affini (Assipan): “L’aumento esponenziale delle utenze del gas e dell’energia elettrica pongono a serio rischio la tenuta delle imprese della panificazione”. Di conseguenza, fa presente il presidente di Assipan Antonio Tassone, “il rischio è che tra un paio di mesi il pane artigianale possa sparire dalle tavole degli italiani”. Con il caro prezzi, le panetterie sono costrette molto spesso a scaricare i costi sugli acquirenti. Quindi i clienti finiscono per comprare il pane dove costa meno, ovvero nei grandi supermercati. “Le piccole e medie imprese di questo passo scompariranno lasciando spazio ai grandi operatori industriali”, precisa Assipan. Per l’esattezza, si legge nella nota dell’associazione – che si rivolge al governo per ottenere misure di sostegno adeguate per evitare il tracollo – “si rischia di perdere fino a 1.350 imprese dell’intero settore della panificazione che potrebbero chiudere senza essere sostituite da nuove imprese, con una perdita di circa 5.300 posti di lavoro”.

Un dramma che coinvolge le imprese di tutta Italia, dalla Lombardia alla Sicilia. “Rispetto allo scorso anno le bollette sono triplicate. Siamo veramente allo stremo”, dice Giusy La Cava, alla guida dell’associazione dei Panificatori di Confcommercio Catania. “Siamo riusciti a contenere l’impennata dei prezzi delle materie prime, ma adesso il caro energia ci taglia le gambe. A Catania la situazione è drammatica. Stiamo organizzando manifestazioni sotto la Prefettura e altre iniziative per fare sentire la nostra voce. A rischio non solo i lavoratori e le famiglie ma anche noi imprenditori che in caso di chiusura non avremmo nessuna tutela”.

Alessandro Della Guglia

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