Home » Addio ai crocifissi sulle cime dei Pirenei: così i vandali uccidono la tradizione

Addio ai crocifissi sulle cime dei Pirenei: così i vandali uccidono la tradizione

by Cristina Gauri
4 comments

Roma, 16 set – Il lento processo di de-cristianizzazione delle Europa arriva a toccare anche le cime dei Pirenei. Il Centro nazionale di addestramento commando (Cnec) francese ha preso qualche giorno fa la triste decisione di non erigere più nuove croci cristiane sulle vette dei Pirenei orientali. Il motivo? E’ per «non rinfocolare la polemica. Preferiamo optare per la pacificazione», come spiega in un comunicato. «Pacificazione» che a chi vi scrive sa tanto di resa incondizionata. Insomma, dopo l’ennesimo episodio di vandalismo, che ha colpito ancora una volta uno dei crocifissi eretti sulle cime delle montagne d’Oltralpe, la Francia ci rinuncia. Hanno vinto i vandali. «Queste persone non capiscono che queste croci sono un elemento della tradizione, che servono anche da riferimento per gli escursionisti, ma abbiamo deciso di non installarle più».

Così il tenente colonnello Christophe Correa ha spiegato che non verrà più trasportata una nuova croce sulla vetta del Pic Carlit. L’anno scorso un gruppo di vandali è salito a 2.921 metri «con un flessibile nello zaino per distruggere la croce che misura 1 metro e 40 e pesa 40 chili». Chi si prende la briga di salire a quasi 3mila metri con un flessibile, se non qualcuno di profondamente nemico della tradizione cristiana e fortemente motivato a distruggere i nostri simboli? Dopo averla segata alla base hanno buttato la croce nell’orrido. I militari hanno subito recuperato il simbolo, facendo richiesta alle autorità per l’installazione di una nuova croce.

I permessi c’erano ma, in accordo con il vescovo dei Pirenei orientali, è scattato l’alt per «evitare di giocare al gatto e al topo» con i laicisti. Mah, a noi sembra che il topo sia già stato preso. Da alcuni anni è in voga questo nuovo trend degli escursionisti che si lamentano per i crocifissi installati sulle cime del Pic Carlit e del Cambre d’Aze. Principi di laicità violati, lo chiamano. Attacco alle tradizioni europee, traduciamo. Rimane solo quella sulla vetta del Canigou, ma nessuno si azzarda a toccarla – è adornata di bandiere della catalogna. «Se qualcuno osasse rimuoverla, non potrebbe passare più di un giorno nel dipartimento».

Cristina Gauri

You may also like

4 comments

KoM 17 Settembre 2019 - 3:46

A Cristì, e accanna ‘sti discorzi! Me piascevi de ppiù quando te facevi de-cristianizzare la gola da Fausto Moreno! Amore!

Reply
Giovannipaolo 19 Settembre 2019 - 6:52

Il concetto deve essere osservato e criticato con maggiore onestà. Il simbolo tetro è obsoleto della croce con la prolunga superiore non ha veramente alcun senso e vieppiú debba essere ancora piantato a segno di cosa? Della morte di un uomo oltre 2000 anni fa? Della tradizione di cosa? E perchè solo di una e non di tutte le Religioni? Mero egoismo nel segno delle migliaia di persone trucidati in piazza, torturato e uccise da una regola cieca e criminale sotto l’egidia Cristiana. Bravi, meglio un altro simbolo di riferimento che rispetti la libertà dei popoli.

Reply
Giovannipaolo 19 Settembre 2019 - 6:35

Pare giusto levare stereotipi di morte e sofferenza. La vita è amore non morte dipinta da croci sulle cime dei monti.
Di quale tradizione si parla qui, quella delle migliaia di trucidati dai poteri papali nelle piazze di Roma?

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati