Roma, 3 ott – “Danni collaterali”: passano gli anni ma è ancora così che la Nato chiama i morti innocenti dei suoi bombardamenti. Stavolta accade in Afghanistan, dove le bombe Nato hanno colpito l’ospedale di Medici senza Frontiere a Kunduz. Tre sanitari sono stati uccisi e altre 30 persone risultano disperse.
La città afghana è sotto il controllo dei talebani ed è da giorni teatro di scontri con le forze di sicurezza governative.
Il portavoce delle forze Usa in Afghanistan, colonnello Brian Tribus, ha ammesso che un attacco aereo realizzato la notte scorsa su Kunduz “potrebbe avere causato danni collaterali ad una struttura medica della città”. L’operazione, si legge in un breve comunicato, “è stata realizzata alle 2,15 contro individui che minacciavano la forza. Su questo incidente è stata aperta un’inchiesta”. I caccia-bombardieri Usa stavano conducendo raid aerei a sostegno delle truppe di Kabul e delle loro forze speciali.
I talebani hanno condannato “il selvaggio attacco” in cui sono stati “martirizzati decine di medici, infermiere e pazienti”.
Al momento del bombardamento, nell’ospedale c’erano 105 pazienti con i loro famigliari e 80 membri dello staff nazionale e internazionale di Msf.