Roma, 22 dic — Stava organizzando un incontro sessuale con un bambino di nove anni dopo averlo adescato online: è così finito in manette a Manhattan l’artista gay non binario Efrem Zelony-Mindell, 35 anni. Zelony-Mindell, le cui opere figurano esposte in svariate gallerie d’arte degli Stati Uniti, faceva parte, manco a farlo apposta, delle truppe di buoni e puri dalla parte giusta della barricata liberal progressista. Attivista Lgbt e Black lives matter ed (ora ex) collaboratore della rivista Vice, insomma tutte le carte in regola per giudicare l’umanità da un altissimo piedistallo morale.
L’artista gay non binario adescava bambini… ma era l’Fbi
L’arresto, avvenuto il 16 dicembre scorso, ha svelato tutt’altra realtà. Secondo quanto riferito dal Dipartimento di Giustizia, l’«artista» pedofilo aveva iniziato a comunicare con un agente dell’Fbi sotto copertura all’inizio di quest’anno dopo averlo conosciuto su Scruff, un’applicazione per incontri tra uomini omosessuali. Durante queste conversazioni, Zelony-Mindell aveva gradualmente iniziato a chiedere all’agente se per lui l’incesto tra padre e figlio piccolo fosse «un tabù», dichiarando esplicitamente più volte il proprio desiderio di abusare sessualmente di bambini e inviandogli materiale pedopornografico.
Circa un mese dopo, l’agente Fbi si era offerto di presentare Zelony-Mindell a un altro agente che fingeva di essere il padre di un bambino di 9 anni, il quale si diceva disposto a fargli violentare il figlio. L’artista gay non binario non se l’è fatto ripetere due volte ed ha abboccato, prendendo accordi per un incontro. Al suo arrivo sul luogo concordato, però, non lo aspettava un bimbo di nove anni ma uno stuolo di federali. Rinunciando ai suoi diritti ha immediatamente confessato, confermando agli agenti quali fossero le sue intenzioni.
Contenuti raccapriccianti
Tra i media condivisi da Zelony-Mindell con i federali figurava «un video che ritraeva un maschio adulto che violentava un ragazzo di circa 11 anni penetrandolo analmente» e l’immagine di un bambino costretto a fare sesso orale su un maschio adulto. Ulteriori contenuti inquietanti includevano immagini multiple di uomini adulti mentre abusavano sessualmente di bambini di 8 anni, un bambino di 10 anni costretto a praticare sesso orale a un maschio adulto e immagini di un maschio adulto che «stuprava una bambina, di circa 8 anni».
Dalla parte dei buoni e giusti
Zelony-Mindell, come detto, è ben noto negli ambienti dell’arte queer e non solo; paladino dell’attivismo Lgbt e Black lives matter, in passato ha contribuito a VICE con un paio di inquietanti articoli che analizzati con il senno di poi lasciavano già intuire le inclinazioni immonde dell’artista in campo sessuale. Nel 2016 pubblicò un pezzo sulla fotografa Mary Ellen Mark e delle foto «iconiche» di una ragazzina di 13 anni vittima di tratta sessuale di nome Erin Charles. E’ anche autore di un libro fotografico, Witness elogiato dalla rivista Vogue in un articolo frettolosamente cancellato in seguito alla notizia del suo arresto.
L’artista gay, non binario — e aggiungiamo noi, pedofilo — rischia ora dai 10 anni all’ergastolo se verrà perseguito per il tentato adescamento del finto bambino di 9 anni. Rischia dai cinque ai 20 anni per distribuzione di materiale pedopornografico, e la stessa pena per la detenzione di detto materiale. Chissà cosa ne penseranno i suoi nuovi compagni di cella.
Cristina Gauri
3 comments
che scoperta….
si sa benissimo,che blm e lgbt+qnpz sono MOLTO più marci di tutti loro detrattori e dei loro nemici messi insieme.
Ecco perché non va abolita la P.D.M…. froci maledetti..
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