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“Dopo la Brexit il diluvio”. E invece tutti vogliono investire nel Regno Unito

by Giuseppe De Santis
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Brexit

Roma, 12 set – Quando Londra votò per uscire dall’Ue, furono in molti a pronosticare che ciò avrebbe causato la fuga di tantissime imprese. Portando, come logica conseguenza, recessione e povertà. Non solo queste previsioni catastrofiche non si sono avverate, ma sono sempre di più le aziende che hanno deciso di investire in Gran Bretagna dopo la Brexit.

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Degno di nota, tra gli altri, l’annuncio della Nissan di investire un miliardo di sterline per produrre batterie e auto elettriche a Sunderland. Un’iniziativa che creerà almeno 900 posti di lavoro diretti e altri 4.500 indiretti. La decisione è stata particolarmente importante, visto che la multinazionale giapponese aveva minacciato di chiudere gli impianti in caso di Brexit. Evidentemente ha capito che, nonostante la fuoriuscita dal consesso comunitario, il Paese di sua maestà ha ancora tanto da offrire.

Dopo la Brexit sta (ri)nascendo il polo dell’auto a Sunderland

Certo, sarebbe facile pensare che questo sia un caso isolato. Così non è, visto che di recente il colosso della componentistica per auto Magna ha aperto sempre a Sunderland uno stabilimento proprio per rifornire quello della Nissan. Il nuovo sito occuperà circa 300 lavoratori, senza contare quelli dell’indotto. Il direttore generale di Magna ha dichiarato che la nuova fabbrica fornirà componenti di alta qualità a Nissan. Le due società lavoreranno inoltre assieme nella filiera della produzione di auto a trazione elettrica.

Ciò a cui si sta assistendo è la nascita – o meglio: la ri-nascita – di un distretto industriale orbitante attorno al settore automobilistico. Ciò dimostra l’abilità della Gran Bretagna post Brexit di attirare investimenti anche se ormai fuori dall’Unione Europea. Non è un caso se, oltre alle citate Nissan e Magna, anche il produttore di batterie Envision sta in questi mesi allestendo una fabbrica – sempre nella zona di Sunderland – per dare il suo contributo alla ripresa del comparto.

Giuseppe De Santis

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7 comments

fabio crociato 12 Settembre 2021 - 7:14

L’ uscita da questa Europa è stata un segno di forza… qualcuno ha ancora dubbi?
Come al solito, sono entrati nel continente ci hanno fatto i conti in tasca, con la piazza finanziara di Londra hanno pure svuotato il svuotabile ed ora ci lasciano a gestire i cocci. Hanno sputato il nocciolino eu, vero ogm!

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Prof. Massimo Sconvolto 12 Settembre 2021 - 7:24

Non è proprio vero che tutti vogliono investire, almeno nella borsa di Londra.
I titoli legati al turismo tipo EasyJet Carnival TUI IAG sono in crollo continuo da giorni alla faccia delle idiozie sparate al tempo dalla von der Leyen
https://finanza.lastampa.it/News/2021/07/01/covid-riparte-il-turismo-da-oggi-al-via-il-green-pass-europeo/NzdfMjAyMS0wNy0wMV9UTEI

Comunque è vero che la “scomparsa” del Regno Unito post #Brexit era #FUD degli #EuroParassiti per evitare un duro colpo alla credibilità – solo boccaloni comunque credono sia possibile costituire una nazione con oltre 20 popoli diversi perché l’identità di un popolo è la lingua e la lingua europea non è mai esistita e non esisterà mai ergo mai esisterà il popolo europeo – di una unione chiaramente impossibile e voluta dalla #CIA
https://bit.ly/2LkDgJ4
per interesse economico #USA

Il colpo, noto da anni
https://st.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-05-14/monito-fmi-brexit-duro-colpo-all-economia-113456.shtml
l’hanno preso gli #EuroParasiti 😀

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Giacomo 12 Settembre 2021 - 7:34

Che sciocchezza. A parte che questi dati vanno guardati su scala nazionale, senza prendere un caso isolato per dire “sempre più investitori arrivano in UK” (che non è vero), in ogni caso Nissan si giova dei sussidi dello Stato che di fatto, per evitare la fuga dell’azienda, si sobbarca gli oneri dei maggiori costi per l’export di auto nell’UE. Le aziende più grosse con potere di lobbying hanno ottenuto questi privilegi, a spese del contribuente (cioè dei loro stessi operai, che per finanziare i sussidi alle multinazionali si vedono tagliare il welfare e alzare le tasse, come da discussione in parlamento in questi giorni).

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Evar 13 Settembre 2021 - 11:25

A beh, pure io investirei dopo la massiccia svalutazione del pound.
Se questo è il sovranismo, pare troppo simile al fu italiota di stampo democristiano.
Con buona pace di Borghi e delle sue epiche figure di merda.

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marco bortolato 14 Settembre 2021 - 10:09

ma come si fa a finanziare lo statatismo? semplice si aumentano le tasse:
I deputati votano 319 a 248 a favore dell’aumento, pari all’1.25% dello stipendio.
Mentre i soldi promessi dalla Brexit non si sono mai visti.
Sempre informazione incompleta su sto sito 🙁

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