Roma, 8 mag – Un nemico da accusare al giorno per togliersi le falle interne di torno. Dopo gli attacchi alla Cina, ora gli Stati Uniti se la prendono con l’Italia accusandola di avergli portato in casa il coronavirus. Sarebbe tutto legittimo, al di là delle contraddizioni e dei cambi di prospettiva a ogni piè sospinto, se Washington mostrasse prove di quanto afferma. Potrebbe magari sembrare di cattivo gusto farlo in modo plateale senza mettere sul piatto anche i propri errori, ma sarebbe sostanzialmente indiscutibile. E invece gli Usa, alle prese con una grave crisi economica, non fanno altro che puntare il dito contro qualcuno rischiando di esacerbare una tensione già alta nei rapporti bilaterali.
Le accuse Usa
In preda alla sindrome del capro espiatorio da rinvenire da qualche parte, la Camera dei deputati Usa ha accusato l’Italia di non aver eseguito opportuni controlli sui passeggeri in partenza verso gli Stati Uniti all’inizio di marzo, ovvero quando il virus stava dilagando. A riportarlo nel dettaglio è stata La Stampa, che ha pubblicato un’attenta ricostruzione di quanto accaduto. Di fatto i deputati americani avrebbero ragione nel sostenere che i controlli italiani sono stati sin troppo blandi e quindi la colpa di aver diffuso il coronavirus negli States non sarebbe altro che nostra. Lungi da noi difendere a spada tratta l’operato del governo giallofucsia a riguardo, ma abbiamo come la sensazione che certuni tendano troppo spesso a cadere nell’aprioristico masochismo anti-nazionale.
Chi (non) ha controllato chi?
Posto che senza dubbio si poteva fare di più, se fosse realmente come sostengono i deputati statunitensi ciò significherebbe che l’Italia ha contribuito a contagiare mezzo mondo. Oppure siamo stati eccessivamente “elastici” soltanto con i voli diretti negli Usa? E se anche fosse, che tipo di controlli hanno effettuati gli americani ai passeggeri in arrivo? Si sono limitati a misurargli la febbre? E l’Italia cosa avrebbe dovuto fare? Effettuare tamponi a tutti quando loro pensavano che il virus fosse una banale febbriciattola?
La Camera degli Stati Uniti ha poi avanzato criticate specifiche sui voli provenienti dalla Cina che l’Italia non avrebbe bloccato. “Nessuno – affermano i deputati americani – ha vietato a un cittadino italiano passato per Berlino, ma proveniente dalla Cina, di poter tornare a casa. Questo è stato vero almeno sino a un certo periodo dello sviluppo del quadro pandemico”. Così facevano quasi tutti, senz’altro sbagliando, ma perché accusare solo noi? E soprattutto, se lo ritenevano un grave errore, perché non hanno bloccato loro gli arrivi dall’Italia? E’ singolare poi che questo tipo di accuse vengano rivolte soltanto adesso, quando tra l’altro la Casa Bianca è travolta dalle critiche proprio per aver sottovaluto il coronavirus e gli Stati Uniti sono la nazione più colpita al mondo con circa 1,3 milioni di casi confermati e oltre 76mila decessi.
Eugenio Palazzini
3 comments
volete anche voi una fetta di culo? prego accomodatevi, ma fate in fretta perchè è rimasto poco da affettare!
La tossica pelosi spara a raglio, oramai ha il mini cefalo completamente rinsecchito. E il giudizio è sempre più vicino.
Avevano anche loro atleti ai giochi militari ?????
Chi va al mulino s’ infarina , chi va in Cina s’ infetta ……
Semplice .
Nel 1927 V e.f. , il miglior primo ministro che l’ Italia abbia mai avuto ,
parlò del PERICOLO GIALLO ….. un genio ed un profeta .
Eja BEN . Bis in Walhalla .