
Ma la domanda che quasi nessuno si è fatto deve essere un’altra per avere gli strumenti che ci permettono di avere chiaro il quadro geopolitico internazionale: dove sono le portaerei americane? La risposta è “in cantiere” e ce la dà la stessa US Navy che aggiorna settimanalmente gli spostamenti delle proprie unità navali di questo tipo. Risulta infatti che su 10 portaerei in forza alla flotta americana solo due siano in stato di “dispiegamento operativo” (La Vinson e la G. Bush), una sia in fase di “dispiegamento avanzato” ma a tutti gli effetti ai lavori in cantiere (la Reagan), 3 siano in “pre dispiegamento”, ovvero in fase di esercitazione per nuovi sistemi acquisiti o in attesa del Carrier Wing (la Nimitz, la Roosevelt e la Eisenhower) e 4 siano ai lavori di manutenzione (la Truman, la Stennis, la Lincoln e la Washington). Quindi fondamentalmente la US Navy può contare solo su due unità pronte all’impiego in questo periodo: la Vinson e la G. Bush.
Ma dove sono? Anche qui la US Navy ci viene in soccorso, dato che pubblica regolarmente il registro degli spostamenti delle portaerei.
Così scopriamo che la G. Bush è partita da Norfolk in Virginia il 21 gennaio del 2017 ed è entrata nella zona di operazioni della Sesta Flotta in Mediterraneo il 29 gennaio, restandovi dal 2 febbraio sino al 10 marzo quando è transitata da Suez per raggiungere il Mar Rosso, e quindi la zona di operazioni della Quinta Flotta, e da lì, via lo Stretto di Hormuz, il Golfo Persico dove ancora si trova. Più interessante ai nostri fini è vedere dove sia, e dove è stata, la Carl Vinson, che in queste ore è assurta alla cronaca dei giornali. La portaerei in questo momento risulta aver lasciato la base navale di Changi, a Singapore, diretta verso la penisola coreana.

Paolo Mauri