Berna, 4 ago — Porti i dreadlocks e suoni reggae ma sei bianco? Vieni cacciato dal locale per appropriazione culturale. Le derive sempre più grottesche e irrazionali — ma a loro modo di grande intrattenimento — della schizofrenia woke non smettono mai di stupire: e se già da tempo si fa un gran parlare di «appropriazione culturale» in riferimento ad acconciature di capelli, stili di abbigliamento o generi musicali, arriva dalla Svizzera un caso capace di assommare tutti questi elementi.
Niente dreadlocks o reggae per i bianchi
Il 18 luglio, presso il locale Brasserie Lorraine, a Berna, si sarebbe dovuto esibire il progetto musicale reggae dei Lauwarm. Condizionale d’obbligo, visto che alla band alla fine è stato impedito di suonare, a causa del «malessere» dell’audience che lamentava una mancanza di sensibilità da parte della band: questo perché i componenti sono bianchi e biondi, e portano i dreadlocks, ovvero la tipica acconciatura della cultura rasta da cui è originata la musica reggae. Addirittura, colmo dei colmi e suprema offesa, il bassista della band, Julian Mangold, porta in testa anche il tipico copricapo multicolore giamaicano.
La provocazione dell’Udc
La feroce polemica è stata ripresa dal movimento di destra Udc, attualmente primo partito in Svizzera. Il giorno dopo la cacciata della band dal locale, ampiamente riportata con dettagli e particolari dal quotidiano Weltwoche, il movimento giovanile dell’Udc ha denunciato la Brasserie Lorraine per violazione della normativa sul razzismo. Un ironico paradosso e un contrappasso, a pensarci bene. Marco Chiesa, leader nazionale del movimento, durante le celebrazioni per la festa nazionale svizzera tenutesi il primo agosto, ha polemicamente ironizzato: «Solo i neri possono suonare reggae e portare i dreadlocks? Agli svizzeri è consentito unicamente lo jodel?».
I musicisti non si taglieranno i rasta
«Questi — ha poi proseguito il politico — sono i problemi di un’élite benestante, verde e di sinistra, che disprezza il nostro Paese». La band reggae dal canto suo, in una intervista rilasciata al giornale Blick, ha precisato che i dreadlocks non verranno tagliati. Il leader della band, Dominik Plumettaz, ha poi spiegato «è buona cosa discutere dell’appropriazione culturale, anche se molti non sanno di che cosa stiano parlando». Il musicista ha poi recriminato sulla strumentalizzazione politica. «L’Udc ne approfitta per guadagnare elettori». Il quotidiano Berliner Zeitung ha invece scritto che l’episodio della Brasserie Lorraine è «una manifestazione di potere. Il potere di decidere ciò che gli altri percepiscono come razzista». Senza dubbio, grande è la confusione sotto il cielo.
Cristina Gauri
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Giusta nemesi per Europoidi alienati.