Londra, 16 ott – La giovane vincitrice del premio Nobel per la pace Malala Yousafzai è nel bel mezzo di un attacco serrato da parte degli studenti di sinistra sui suoi social media, condito di insulti beceri e inviti a deportarla, e tutto perché ha invitato i suoi colleghi di Oxford a votare per una candidata del partito conservatore.
Malala “arrivista” e “imperialista”
Il 23enne attivista politica di origine pakistana ha infatti la colpa di aver condiviso un post su Twitter nel quale chiedeva ai suoi amici di votare per Kia Williams come presidente della Oxford University Conservative Association. Per colpa di queste sue idee, gli studenti di sinistra hanno iniziato ad attaccare Yousafzai definendola “falsa arrivista” e “imperialista”. Altri sono arrivati a chiedere l’espulsione di Malala dal college per questa sua presa di posizione.
Sfigurata dai talebani quando era bambina
Nel 2012, Malala è stata colpita alla testa dal colpo da fuoco di un sicario talebano, il quale ha tentato di ucciderla perché sebbene giovanissima si impegnava attivamente per i diritti delle donne (in particolare quello all’istruzione) nel territorio di Swat. L’attentato alla sua vita da parte di chi non ha avuto alcuna pietà per la sua giovane età ha scatenato un’ondata globale di indignazione ma anche di sostegno per lei: governi, organizzazioni per i diritti umani e femministe l’hanno eretta a loro simbolo. Malala crescendo è diventata una sostenitrice dei diritti all’istruzione delle donne, presiede la Fondazione Malala e ha scritto un libro sulla sua vita, I Am Malala. Grazie al suo impegno umanitario, la ragazza nel 2014 è diventata la più giovane vincitrice del Premio Nobel al mondo. Ha studiato politica, filosofia ed economia a Oxford e si è laureata quest’anno.
Malala e il sostegno alla sua amica conservatrice
Tutto bene sino a quando non ha deciso di scrivere su Facebook un invito a votare per una sua amica alle elezioni studentesche: “Ciao a tutti! Coloro che sono membri della Oxford University Association sapranno che le elezioni sono molto vicine. Una delle mie migliori amiche, Kia Williams, è in corsa per la presidenza. Kia ha lavorato così duramente per mettere insieme il suo team e il suo programma e penso sinceramente che lei e il suo team faranno un lavoro straordinario se eletti”. Malala ha anche scritto a corredo di questo invito che il suo sostegno alla Williams non rappresenta necessariamente le sue idee politiche, ma non è bastato.
E i buoni twittano: “Deportatela”
“Non sono affatto sorpreso che Malala sia una Tory. Avevo i miei dubbi su di lei sin dall’inizio. Ho sempre sospettato che fosse una disonesta”, scrive un utente. Un altro account ha scritto: “Quindi il mio odio per lei per tutto questo tempo non è stato senza ragioni”. Un altro studente ha chiesto che venisse cacciata dal Paese, scrivendo: “Deportatela”. “Se l’Università di Oxford può trasformare Malala Yousafzai in un conservatore”, ha twittato un altro, “davvero nessuno è al sicuro e dobbiamo abolire questa università”. Una vera e propria cascata di odio nei confronti di chi tutt’ora, sulla pelle, sconta la sua opposizione a quello che loro stessi, progressisti universitari di Oxford, non sopporterebbero per nemmeno un giorno. Malala si è battuta per delle libertà basilari, quindi per loro non può né avere idee conservatrici né appoggiare solamente una persona che stima perché facente parte di un partito universitario che si rifà a certe idee. Ma non erano loro i buoni?
Ilaria Paoletti