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Germania, turchi in piazza per Erdogan: il fallimento dell’integrazione

by Valerio Benedetti
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Berlino, 25 giu – Folle festanti, cortei di auto che suonano compulsivamente il clacson, bandiere della Turchia che sventolano, ritratti di Erdogan portati per le strade della città. Tutto normale, se non fosse che questa non è la descrizione di scene viste ad Ankara o Istanbul, bensì a Berlino e Duisburg. Migliaia di turchi residenti in Germania, infatti, hanno affollato le vie di numerose città tedesche per festeggiare la vittoria elettorale di Erdogan, suscitando molte polemiche in quella Germania che, ogni giorno di più, è costretta a fare i conti con un’integrazione che è chiaramente fallita.
Complessivamente, ben 1,4 milioni di turchi residenti in Germania sono stati chiamati a votare per le elezioni nazionali del loro Paese di origine nelle apposite circoscrizioni estere. L’affluenza di questa tornata, che si è attestata al 49,7%, è stata la più alta di sempre. E la stragrande maggioranza dei votanti ha premiato proprio Recep Tayyp Erdogan, che ha ricevuto ben il 65,7%. Un vero plebiscito per il riletto presidente, il quale ha addirittura strappato più consensi in Germania che nella madrepatria (52,5%). Le punte più alte si sono registrate nel distretto di Essen (76,4%) e in un seggio di Düsseldorf (70,4%), entrambe città della Renania Settentrionale-Vestfalia. Ma anche i turchi residenti in Austria hanno regalato a Erdogan un cospicuo 72%.
Il problema dell’integrazione dei turchi in Germania è un problema ormai da anni. Rispetto alle etnie europee, infatti, gli immigrati provenienti dalla Turchia hanno mostrato più volte difficoltà ad accettare le regole e gli stili di vita tedeschi. La polemica si era peraltro riacutizzata recentemente a causa del comportamento dei due calciatori della Nazionale tedesca Özil e Gündogan. I due naturalizzati si erano cioè fatti fotografare di recente insieme a Erdogan in un hotel di Londra in sostegno alla sua campagna presidenziale. Gündogan gli aveva addirittura regalato la sua maglia del Manchester City (squadra in cui milita il centrocampista) che riportava la dedica: «Con grande rispetto per il mio presidente». Inutile specificare che la Merkel non la prese affatto bene…
Valerio Benedetti

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3 comments

Raffo 25 Giugno 2018 - 7:32

La fogna islamica prospera e si arricchisce , i pavidi tedeschi votano la merkel ,la sederona pro islam………….ma in Baviera il vento sta cambiando e la puzza di putridume maomettano non è più ben accettato da molti teutonici……. I patrioti bavaresi si stanno svegliando………..attenzione culona.

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Luca 25 Giugno 2018 - 9:25

in realtà dovremmo salutare con gioia questi fenomeni che ci dicono che i turco-islamici (turchi, albanesi, kossovari, e tutti gli altri musulmani) saranno sempre legati alla loro etnia nativa (e in fondo va anche bene) e saranno sempre e solo una pericolosa enclave nei paesi occidentali. Occorre impedire a ogni costo che si verifichi la stessa cosa in Italia.

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Marco 25 Giugno 2018 - 10:46

Identità… Sovranità… Tradizione. Dobbiamo avere il coraggio di affermare che questa è la grande forza dei popoli di religione islamica. L’Islam, il sacro, è il collante. La debolezza e la decadenza dell’Occidente dipendono da questa immensa assenza… che diventa vuoto. Attenzione, il vuoto e fatto per essere riempito. Il bisogno dell’identità e.del sacro chiedono risposte. Quelle che non si trovano sulla patinata superficie della “cultura” (in senso antropologico) dell’Occidente. Le oligarchie finanziarie ci vogliono indistinti, vaganti, allucinati consumatori. Odiano tutto ciò che è identità e sovranità. Odiano la personalità profonda dei popoli, unica ad opporsi al loro disegno. Non sono più convinto che sia l’Islam il principale nemico. E, quanto meno, se lo sarà, sarà un nemico da rispettare, come lo fu il Saladino. Il sionismo, padre della globalizzazione annientatrice, del quale lo zio Sam è il braccio armato (questa la realtà) e Israele l’avamposto (mente, simbolo e terrore): ecco.il.nemico, occulto, ma non troppo, se osserviamo con un minimo di attenzione gli scenari internazionali e la composizione delle lobby economico-finanziarie….

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