Salonicco, 4 lug – Un pensionato è stato immortalato in lacrime davanti alla sua banca. Il governo greco ha stabilito un tetto massimo di 120 euro settimanali per i prelievi sui conti correnti e questo, oltre a generare code chilometriche davanti agli sportelli, sta gettando la popolazione greca nel panico e nella disperazione.
Questa fotografia è l’emblema rappresentativo della crisi greca, crisi che il governo Tsipras sta affrontando in modo ambiguo e più propagandistico che materiale, in attesa dell’esito del referendum consultivo di domani dove verrà chiesto alla popolazione se accettare o meno il piano di salvataggio proposto dalla Troika.
Piano che prevede un accordo per un ulteriore finanziamento di 50 miliardi spalmati in 3 anni, ma che, stante l’attuale situazione dell’economia greca con un debito pubblico che sta risalendo verso il 150% del Pil dal 128% dell’anno scorso, rappresenterà un capestro per il popolo greco, già duramente messo alla prova da questa crisi. Crisi che ha portato, lo ricordiamo, al default della Grecia verso il Fmi quando il 30 giugno scorso il governo di Atene non ha potuto pagare la tranche di 1,6 miliardi di euro.
Paolo Mauri
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