Roma, 18 lug – Altro che pacifici santoni solidali salvatori di vite, i membri delle Ong sono dei violenti espliciti, come dimostrano le dichiarazioni di ieri di Sea Watch contro Giorgia Meloni, in missione in Libia per parlare ancora una volta della tratta di clandestini. Comunicazioni di una gravità inaudita che se fossero state proferite da qualsiasi altro lido ideologico non immigrazionista sarebbero state messe all’indice come violente e inaccettabili. Ovviamente, non è questo il caso, perché le Ong sono “buone” per antonomasia e praticamente per principio.
Ong contro Meloni: “Le auguriamo tutto il male possibile”
Non si può certo accusare dei classici e gergali “peli sulla lingua” la comunicazione della Ong Sea Watch contro il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, postata sulla pagina social tedesca dell’organizzazione. Le parole sono chiare e inequivocabili, uno di quei casi in cui la maschera viene gettata via senza troppi complimenti per mostrare il proprio volto autentico, violento al di là di qualsiasi ipocrisia: “I politici del governo italiano, Meloni e Piantedosi, sono oggi in Libia per lavorare con il primo ministro della Libia occidentale, Dabaiba, sulla loro politica migratoria distopica. Auguriamo loro tutto il male dal profondo del nostro cuore“, in lingua tedesca.Anche in nglese, comunque, Sea Watch non si è certo data alla diplomazia, pubblicando un messaggio abbastanza simile: “Di qualunque cosa parlino, probabilmente mira ad aumentare il numero di uccisioni nel Mediterraneo. Auguriamo loro tutto il peggio“.
I finti buoni gettano la maschera
Ogni tanto la truffa della solidarietà si manifesta nei suoi aspetti più biechi. Un premier, peraltro non autore di una politica certamente integgerima contro l’immigrazione clandestina fino ad oggi, viene attaccato senza pietà da un’organizzazione che si spaccia da anni per solidale, dedita al prossimo, in sintesi estrema “buona”. Quanto non ci sia nulla di solidale lo dimostrano da anni gli stipendi dei cosiddetti “volontari” (su tutti, Carola Rackete), quanto ci sia di buono è già più complicato da stabilire, ma per fortuna vengono in nostro soccorso le esasperazioni di chi non vuole assolutamente che i propri piani vengano disturbati, deviati in qualsiasi modo, perfino il più debole o moderato. Chissà se a qualcuno verrà in mente di denuciare il “messaggio d’odio”…
Alberto Celletti