Roma, 17 lug – Per la prima volta tradotto in lingua italiana, è uscita per Aspis Edizioni L’Eau fraiche (L’Acqua fresca) una delle prime opere teatrali dello scrittore e saggista francese Pierre Drieu La Rochelle. L’opera, pubblicata nel 1931 ma già abbozzata pochi anni prima con il titolo di “Ricchi o poveri” e messa in scena al Comédie des Champs-Èlysées, racconta dell’intimo rapporto che intercorre tra il denaro e l’amore all’interno della tipica mediocrità borghese tanto rappresentata negli scritti dell’autore. Una dirompente novità per il teatro francese che però, tra difetti stilistici ed “errori” comuni ad ogni debuttante, non è riuscita a raggiungere il successo che meritava.
L’Acqua fresca della decadente borghesia francese
La Rochelle, per questa sua rappresentazione, ebbe l’opportunità di un cast di attori e attrici di spicco durante gli anni Trenta in Europa, nonostante le critiche (anche pesanti) alla sua prosa teatrale. I personaggi sono immersi in quel clima di intoccabilità e disinteresse per il mondo caro alla borghesia francese dei primi del ‘900 dedita solamente allo sproloquio su soldi e amore, Pluto e Venere. Solo alla fine, Jérome, brillante scienziato e idealista profondo comincerà a covare odio, trasformandosi, verso quel mondo fatto di capricci, mediocrità e immobilismo. Un racconto quello de L’Acqua fresca, fortemente autobiografico, perseguitato dalla decadenza che ha interessato l’ambiente sociale dello stesso Drieu tra il Primo dopoguerra e l’inizio della Seconda guerra mondiale.
La crisi dello spirito che colpisce ancora l’Europa
Il formidabile lavoro di Aspis, con la traduzione di Marco Spada e la prefazione di Marco Settimini, ha avuto il merito di portare per la prima volta in Italia il teatro di Drieu La Rochelle. Una vera e propria opera che disseziona la vita della borghesia fatta di apparenza e interpretazioni economicistiche dalla quale lo scrittore volle sempre distaccarsi. Le sue riflessioni sulla vita e sull’immoralità dei tempi in cui viveva spinsero naturalmente la sua volontà verso il teatro, poiché per quel tramite voleva rendere visibile a chiunque ogni aspetto della crisi dello spirito che colpiva l’Europa in quegli anni.
Andrea Grieco