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Marò: Girone torna in Italia, l’Aja ha accolto la richiesta italiana

by La Redazione
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yWPq-x8oRoma, 2 mag – L’anticipazione arriva direttamente dalla Farnesina: Salvatore Girone sarà in Italia durante l’arbitrato avviato dal governo italiano. Il Tribunale dell’Aja ha dunque accolto la richiesta italiana. La decisione che potrebbe segnare una svolta nel caso Marò sarà resa pubblica dal Tribunale domani, ma il nostro Ministero degli Esteri ha confermato l’anticipazione. “Se la notizia è vera sono strafelice. E’ una notizia meravigliosa. Adesso devo sentire mio figlio e mia nuora per accertare se è vera”, sono state le prime parole del padre del marò, Michele Girone.

Restano ovviamente i dubbi rispetto alle condizioni del rientro, che come si legge dalla nota “saranno concordate tra Italia e India“. “Il Governo”, prosegue la Farnesina nella sua nota, “ha lavorato per sottoporre l’intera vicenda all’arbitrato internazionale e, in questo quadro, riportare a casa i due fucilieri di Marina. L’ordinanza annunciata apre la strada a questo risultato. Si tratta quindi di una buona notizia per i due fucilieri, le loro famiglie e per le ragioni sostenute dal Governo e dai nostri legali. Il Governo conta su un atteggiamento costruttivo dell’India anche nelle fasi successive e di merito della controversia”.

“La decisione del Tribunale de L’Aja”, conclude la nota del Ministero, “recepisce le considerazioni legali e di ordine umanitario derivanti dalla permanenza di Girone in India da oltre quattro anni e che avrebbe potuto prolungarsi per altri due o tre anni, tenuto conto della prevista durata del procedimento arbitrale”. Ora si apre la partita delle consultazioni con l’India, “affinché siano in breve tempo definite e concordate le condizioni per dare seguito alla decisione del Tribunale arbitrale. Il Governo sottolinea che la decisione odierna del Tribunale relativa alle misure richieste dall’Italia in favore del Sergente Girone, non influisce sul prosieguo del procedimento arbitrale, che dovrà definire se spetti all’Italia o all’India la giurisdizione sul caso della Enrica Lexie”.

Davide Romano

 

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Martino 3 Maggio 2016 - 12:39

Speriamo bene… anche se non è gatto finché non sta nel sacco.

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