Roma, 16 feb – Sono molte le attività dei nostri connazionali in territorio africano legate alla lotta al bracconaggio e alla conservazione e tutela di animali protetti. Una difficile attività di prevenzione al contrabbando di zanne di elefante, corna di rinoceronte e tutto quello che concerne questo macabro business, che vale tanti soldi e costa tante vite.
Il nostro interlocutore è Davide Bomben, già presente in programmi televisivi di rilievo ed autore di libri in materia di conservazione.
Ciao Davide, un breve incipit per i nostri Lettori…
Io mi occupo di conservazione e tutela di animali protetti da quando avevo 24 anni, col tempo sono riuscito a fare esperienza ed espandere i confini di questa importante attività. Da una decina d’anni, assieme ad altri conservazionisti italiani, abbiamo creato un’efficiente realtà, che parte dalla Associazione Italiana Esperti d’Africa (AIEA), fino ad arrivare alla PPA (Poaching Prevention Academy). Questa non è una scelta di marketing, bensì una necessità pratica per poter sottoscrivere contratti con le riserve. Sostanzialmente ci occupiamo di conservazione armata, formazioni dei Ranger. Questi ultimi sono ben addestrati ed equipaggiati, hanno il compito di controllare le riserve in cui operano, e scongiurare qualsivoglia attacco verso gli animali.
PPA (Poaching Prevention Academy), dalle origini ad oggi….
Come dicevo prima, il progetto dura da dieci anni; tuttavia iniziai molto prima, già mi occupavo di addestramento e formazione. Abbiamo iniziato con una riserva in Namibia, poi ci siamo spostati in Sudafrica ed in tanti altri posti. Il problema principale, già allora, era la tutela dei rinoceronti. Oggi più che un problema è una tragedia, dal 2013 al 2017 sono stati abbattiti cinquemila rinoceronti. Ad oggi questa situazione non è risolta, ma in parte arginata. Lo sterminio dei rinoceronti è stato un crescendo, nel 2007 in Sudafrica ne sono stati abbattuti 13, nel 2008 siamo arrivati a 83, nel 2009 a 122 per arrivare ai picchi del 2014/15/16 in cui si parla di oltre mille vittime.
Oggi la nostra attività non è più legata solo al mio nome, ci sono altre persone validissime che collaborano con me, dirigendo determinati progetti nelle riserve in cui operiamo.
Parlaci dei Rangers, dei vostri obiettivi raggiunti e di quelli che avete in cantiere…
In questo momento ci troviamo in Sudafrica, dove operiamo a contatto col governo, lo facciamo in due parchi in cui è presente una delle popolazioni di rinoceronti più numerose del paese. Ci occupiamo di formazione e riusciamo anche a donare equipaggiamenti idonei all’attività dei Rangers locali. Tra novembre e dicembre assieme al presidente di Tactical Professional Academy (TPA), abbiamo donato 15 coltelli della Extrema Ratio (azienda italiana), abbiamo portato una decina di controlli remoti per le torce; poiché spesso e volentieri i Rangers operano di notte. Nel 2018 abbiamo donato oltre 15.000 € di equipaggiamenti tattici e, grazie al bioparco Zoom di Torino, a finanziare la microchippatura di un rinoceronte. In Sudafrica siamo anche presenti in riserve private adiacenti al parco nazionale Kruger, e ci occupiamo di valutazione di rischi, supporto e formazione ai Ranger locali collaborando con l’International coalition of rhino protectors. Su richiesta di suddetta organizzazione, abbiamo creato una training academy per fornire il migliore servizio possibile.
Siamo presenti in due riserve private in Bostwana vicino al confine con il Sudafrica, ed in una sul confine con la Namibia. In queste riserve, oltre alla formazione, diamo un supporto logistico. Abbiamo portato un visore termico che è stato utilissimo per scongiurare attacchi dei bracconieri, e non solo la polizia ha provveduto ad arrestarli, ma sono stati arrestati anche vari complici. Siamo presenti in Namibia, con ben tre progetti importanti volti alla tutela dei rinoceronti. Siamo presenti in riserve governative e private, la più importante è la riserva di Ongava; operiamo li da svariati anni e posso affermare con orgoglio che, (almeno in questa riserva) il bracconaggio è stato estirpato. In questi posti, siamo riusciti a donare anche delle performanti carabine, che possono essere molto utili ai Ranger, oltre ad uniformi e gilet tattici.
Siamo presenti in Malawi, il governo ha richiesto l’attivazione di due corsi di formazione per riserve site nel sud del paese. Siamo stati chiamati in Zimbawe, abbiamo una forte presenza in Tanzania, in cui abbiamo un nostro uomo che coordina un team di 80 persone. Abbiamo un’importante attività in Kenya, dove è presente Massimo Vallarin come referente di PPA e anello di congiunzione con le attività governative. Siamo anche in Congo con due progetti importanti, in questo caso il nostro referente è Luca Vercesi e si occupa anche di formazione.
Le richieste sono tantissime, per questo abbiamo instaurato una collaborazione con E.S.A (Eurupean Security Academy), per garantire corsi di alto livello e dare la possibilità a più persone di intraprendere la carriera di Ranger.
Francesco Arcari
2 comments
…grande progetto costruttivo per la tutela…..sarebbe bene portare a conoscenza sulle possibilità di aiuto a tale bella organizzazione..
Ma senti che balle raccontano!!! PPA è una frode…manco registrati sono!
Guardate anche qui:
https://conservationscams.wixsite.com/conservationlies/scam-no-1
Parlano tanto ma agli africani non arriva nulla, che vergogna…un’altra finta associazione di volontariato che serve solo a far lucrare un tour operator!