Washington, 26 feb – Capita anche questo nella confusa “emergenza” targata #MeToo, la campagna femminista partita dai social network per denunciare gli abusi subiti dalle donne e difenderne i diritti, soprattutto sul posto di lavoro. Capita anche di trovarsi dal lato sbagliato della barricata nella strenua lotta contro le molestie sessuali.
È successo a Cristina Garcia, deputata democratica all’Assemblea Generale della California, accusata da quattro membri del suo staff di molestie e comportamenti inappropriati sul luogo di lavoro. Uno tra questi è David Kendrick, che ha perso il proprio impiego presso l’ufficio distrettuale di Garcia dopo aver sollevato le sue preoccupazioni in merito all’abitudine della deputata di incoraggiare il team a “giocare al gioco della bottiglia”, spesso sotto l’effetto di alcool. Un altro accusatore è Daniel Fierro, all’epoca dei fatti venticinquenne, che riporta di aver subito da parte della donna veri e propri palpeggiamenti nella zona inguinale e dei glutei, durante i festeggiamenti seguiti a una partita di softball. E ancora, due presunte vittime che hanno preferito restare nell’anonimato descrivono una Garcia incline a trattare argomenti piccanti con i propri collaboratori e a sottoporre gli stessi a pesanti commenti sessuali, a telefonate molto esplicite, e addirittura a vere e proprie avances con contatto fisico forzato. Alcuni tra gli accusatori si sono messi in contatto con uno studio legale che ha sottoposto le denunce all’Assemblea all’inizio di Febbraio, anche se i fatti riportati sarebbero avvenuti tra il 2014 e il 2017.
Cristina Garcia, classe 1977, è stata eletta per la prima volta nel 2012 e negli anni si è ritagliata una certa popolarità nel mondo dell’attivismo femminista, delle tematiche ambientali e di quelle sociali. Nel 2017 il suo era uno tra i volti presenti nel collage che il magazine Time ha dedicato al “Personaggio dell’Anno”: si trattava infatti delle “Silence Breakers”, le donne che hanno “rotto il muro di silenzio attorno alle molestie sessuali”, riportando a galla anche episodi vecchi di decenni e dando il via appunto alla campagna virale #Metoo seguita al caso Weinstein. Una volta venuta a conoscenza delle accuse a proprio carico, dopo un iniziale silenzio, Cristina Garcia ha negato ogni coinvolgimento, affermando di non ricordare tali episodi. Cosa non impossibile se, come sostengono gli accusati, spesso la donna “sembrava non essere in sé, come se fosse molto ubriaca”. Ma come giustamente dichiarò la stessa Garcia durante un’intervista del novembre scorso, essere sotto l’influenza di alcool o sostanze stupefacenti durante un’aggressione sessuale non deve mai essere considerata un’attenuante.
Al momento la deputata si è autosospesa dal proprio ufficio senza stipendio, in attesa di ulteriori accertamenti da parte dell’autorità giudiziaria che sta indagando sul caso.
Alice Battaglia
Violenze e molestie: nei guai la femminista #MeToo Cristina Garcia
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3 comments
…alla ”Garcia” piace lo ”zorro”…….
…schizofrenia liberal, le molestie sono tali solo se perpetrate da maschi bianchi, ricchi e meglio se di destra. Ma per fortuna questa narrazione è alla fine, esistono donne coraggiose e uomini degni di questo nome che mai estorcerebbero favori sessuali in cambio di altri favori. Sono la maggioranza silenziosa che fa marciare la nostra Italia.
Magari, Dino, magari. Ci sono vagonate di z…le che x un avanzamento di carriera si concedono volentieri a compiacenti capi che elargiscono benefici su basi molto poco meritorie. Questa è un mondo nascosto ma enorme purtroppo.