Parma, 8 giu – Ancora guai per il sindaco 5 stelle di Parma Federico Pizzarotti. Già sotto indagine per abuso di ufficio è finito tra gli indagati per l’alluvione del Baganza del 13 ottobre 2014. Con lui nel registro degli indagati della Procura della Repubblica compaiono anche il comandante della polizia municipale cittadina Gaetano Noè, il dirigente della protezione civile regionale Gabriele Mainetti, il dirigente di quella provinciale Gabriele Alifraco, e l’ex responsabile del servizio tecnico di bacino, Gianfranco Larini. Agli indagati non sarebbe stata ancora trasmessa alcuna informazione di garanzia ma secondo la Gazzetta di Parma l’iscrizione al registro degli indagati risalirebbe alla settimana scorsa.
Per il sindaco Pizzarotti, in questi giorni in Cina per un viaggio istituzionale, l’indagine a suo carico è per disastro colposo, in quanto massima autorità di protezione civile di Parma. Il fascicolo era stato aperto contro ignoti dal Pm Paola Dal Monte pochi giorni dopo l’esondazione che allagò la zona sud della città che non provocò vittime ma milioni di euro di danni. Le indagini sono state condotte in questi mesi dal Corpo forestale dello Stato e dalla stessa Polizia Municipale. L’alluvione del 2014 aveva generato non poche polemiche, in particolare Pizzarotti era stato accusato di avere ignorato le allerte meteo sull’esondazione del torrente Baganza. A cominciare dal fax inviato dalla prefettura sabato 11 ottobre alle 13:49 e protocollato al Comune di Parma solo lunedì 13, ovvero lo stesso giorno in cui si è verificato il disastro.
Il sindaco 5 stelle dalla Cina per adesso ha solo commentato l’esito delle elezioni amministrative, con una stoccata al suo movimento relativa a Bologna: “Se l’obiettivo è andare al ballottaggio, non è possibile finire dietro la Lega. Dovremo interrogarci sulle ragioni di questo sorpasso. Come è possibile che a Bologna, nel silenzio dei media, nel lontano 2010 fossimo già al 10% e ora, con una visibilità senza precedenti, appena al 16%?”. Ora però Pizzarotti e i 5 stelle hanno però un’altra gatta da pelare.
Alessandro Della Guglia