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“L’inno di Mameli? Sì ma dopo si canti Bella ciao”. Ecco il piano del Pd per le scuole

by Elena Sempione
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Bella ciao Anpi

Roma, 25 set – Archiviata la pratica Regionali, il Partito democratico ha ripreso in mano la sua solita agenda: cessioni di sovranità, Mes, sostegno alle Ong, ius soli. E, ovviamente, l’indottrinamento nelle scuole. Nasce di qui la proposta di alcuni deputati dem di inserire lo studio di Bella ciao nei programmi scolastici a partire dall’anno 2020/2021. In sostanza, tutti gli alunni d’Italia si ritroveranno a dover analizzare in classe la famosa canzone partigiana.

Il Pd mette il turbo all’antifascismo

L’idea, in realtà, non è nuova, ed era già stata proposta lo scorso 30 aprile. Esatto: in piena emergenza coronavirus, il Pd aveva come priorità quella di imporre Bella ciao nelle scuole italiane e, addirittura, di affiancarla all’inno di Mameli. La proposta di legge è denominata «Riconoscimento della canzone Bella ciao quale espressione popolare dei valori fondanti della nascita e dello sviluppo della Repubblica», ed era stata presentata da un drappello di parlamentari piddini, tra cui figuravano Piero Fassino, Michele Anzaldi, Stefania Pezzopane, Patrizia Prestipino e Gian Mario Fragomeli. L’obiettivo, insomma, è quello di rendere una canzone di parte uno dei canti ufficiali della Repubblica italiana. E, come aveva spiegato Fragomeli, «non meno importante, infine, la legge dispone anche che in tutte le scuole, all’insegnamento dei fatti legati al periodo storico della Seconda Guerra Mondiale, della Resistenza e della lotta partigiana, venga affiancato anche lo studio della canzone Bella Ciao».

Bella ciao come l’inno di Mameli

Ora, come ha rivelato il Tempo, la proposta di legge è stata appena approvata dalla commissione di competenza ed è pronta per essere sottoposta al Parlamento. I deputati e i senatori dovranno quindi decidere se licenziare una legge il cui primo articolo recita: «La Repubblica riconosce la canzone Bella ciao quale espressione popolare dei propri valori fondanti della propria nascita e del proprio sviluppo. La canzone Bella ciao è eseguita, dopo l’inno nazionale, in occasione delle cerimonie ufficiali per i festeggiamenti del 25 aprile, anniversario della Liberazione dal nazifascismo». In pratica la canzone partigiana diverrebbe un vero e proprio inno ufficiale assieme al Canto degli italiani di Goffredo Mameli.

Canzone di parte e «inventata»

Naturalmente l’iniziativa è ridicola. Intanto perché, durante la guerra, nessuno ha mai cantato quella canzone, che iniziò a circolare in ambienti partigiani solo nel periodo postbellico. In questo senso, Bella ciao è un esempio perfetto di «invenzione della tradizione». In secondo luogo, la canzone non è affatto un’«espressione popolare» condivisa, come pretendono i promotori della legge, ma è patrimonio di una sola parte politica, che peraltro non riguarda tutto il fronte resistenziale, bensì solo la sua fazione comunista. Tradotto in «francese»: questa legge è una porcata.

Elena Sempione

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Ci mancava il patto tra Azzolina e Anpi: ecco il protocollo di intesa per le scuole | Il Primato Nazionale 25 Settembre 2020 - 1:13

[…] “L’inno di Mameli? Sì ma dopo si canti Bella ciao”. Ecco… […]

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Ci mancava il patto tra Azzolina e Anpi: ecco il protocollo di intesa per le scuole – Notizie Dal Mondo 25 Settembre 2020 - 3:59

[…] di trovate antifasciste. Così, mentre alcuni deputati dem hanno proposto di inserire lo studio di Bella ciao nei programmi scolastici a partire dall’anno 2020/2021, la Azzolina ha firmato un bel protocollo di […]

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Emilio Cartasegna 25 Settembre 2020 - 5:39

La scuola pubblica appartiene a tutti i cittadini. Si canti solo l’inno ufficiale della Repubblica. Si vuole approfondire la Storia? Benissimo. La ricerca storica fornisce documenti che testimoniano eventi gloriosi e pagine orrende da tutte le parti in conflitto negli anni dal 1943 al 1945 e immediatamente successivi.

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Carl von Clausewitz 25 Settembre 2020 - 7:14

Chiedo venia ma – risultandomi esattamente quanto espresso dall’ottima E. Sempione nell’ultimo paragrafo del suo articolo – c’e’ qualcuno (piu’ illuminato di me) in grado di spiegarmi la relazione logico-razionale esistente tra “Il Canto degli Italiani” e “Bella Ciao”?
Puo’ una canzone del 1947 (che, fortemente connotata politicamente, era quindi dedicata a pochi elementi) essere messa a paragone con un canto del 1847 (che, almeno idealmente, voleva essere dedicata ad UN POPOLO INTERO ancorche’ parzialmente irredento)?

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SergioM 26 Settembre 2020 - 12:05

I “Il Canto degli Italiani” è bruttarello … ma è il NOSTRO INNO NAZIONALE !!!!!!

Bellaciao fa proprio CAGARE ! ed SOLO l’ inno … l’ inno di chi ? visto che è stato scritto nel 1947 e
copiato dalla canzone delle mondine (stessa musica) e la guerra mi risulta sia finita nel 1945 …..

una sorta di Ma BELLA ZIO !

il VERO inno partigiano sarebbe “fischia il vento” ma si vede non piaceva …
forse perché esiste la versione :

SOFFIA IL VENTO , SI GIRA LA BANDIERA , DIVENTA ROSSA la “CAMICIA NERA !”

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SergioM 26 Settembre 2020 - 12:17

Vecchio partigiano non potrai cancellare 600 giorni di REPUBBLICA SOCIALE !

Satana vi aspetta BANDITEN , ha un posticino per voi di fianco ai Totenkopf …. il ragazzo ha un grande senso dell’ umorismo …..

ovviamente solo i Totenkopf che hanno commesso crimini di guerra …. non i valorosi Kameraden che
hanno combattuto Blut und Ehre … in pratica … uno spazio VUOTO !

Che culo , + spazio per voi all’ INFERNO ,
ah siete atei ? brutta notizia , ESISTE e vi aspetta .

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Filippo 26 Settembre 2020 - 8:59

Lo IMPEDIREMO!

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Brutta ciao 26 Settembre 2020 - 8:51

Non capisco perché ma mi fanno sempre più schifo!

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Massimo 27 Settembre 2020 - 11:37

Dopo ottant’anni, MA QUANTI CE NE ANCORA VIVI DEI PARTIGIANI? MA QUATO DURANO?

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"Bella ciao" non è una vera fonte: perché dovrebbe essere obbligatorio studiarla? | Il Primato Nazionale 27 Settembre 2020 - 1:21

[…] “L’inno di Mameli? Sì ma dopo si canti Bella ciao”. Ecco… […]

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“Bella ciao” non è una vera fonte: perché dovrebbe essere obbligatorio studiarla? – Notizie Dal Mondo 27 Settembre 2020 - 5:40

[…] La proposta di legge n. 2483, presentata dai parlamentari del Partito democratico e avente come titolo “Riconoscimento della canzone Bella ciao quale espressione popolare dei valori fondanti della nascita e dello sviluppo della Repubblica”, ha suscitato, e non poteva essere altrimenti, vivaci polemiche. Essa, come risulta dal testo reperibile sul sito internet della Camera dei Deputati, si compone di due articoli: il primo esige, da parte dello Stato repubblicano, il riconoscimento della canzone quale «espressione dei valori fondanti» del medesimo (comma 1), implicandone de iure e de facto la parificazione con l’inno nazionale (il comma 2 prevede infatti l’esecuzione di Bella ciao, dopo l’inno di Mameli, nelle celebrazioni del 25 aprile, facendo peraltro emergere l’imbarazzante, per gli estensori, parallelo con la duplice esecuzione della Marcia Reale e di Giovinezza nelle cerimonie ufficiali del periodo fascista); il secondo articolo, invece, stabilisce al comma 1 che a «decorrere dall’anno scolastico 2020/2021, nelle scuole di ogni ordine e grado», lo studio del testo di Bella ciao sia inserito (obbligatoriamente, par di capire) «nell’ambito delle attività didattiche finalizzate all’acquisizione delle conoscenze relative alla seconda guerra mondiale e al periodo storico della Resistenza e della lotta partigiana». […]

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Gianpaolo Pierangelo 1 Ottobre 2020 - 7:00

Io non ci vedo nulla di male: ambe due incarnano i valori fondanti della nostra repubblica. Il canto composto da Mameli rappresenta i valori risorgimentali che hanno portato a fare nascere un unico stato per tutto il popolo italiano, il secondo incarna i valori antifascisti sui quali si basa la nostra domocrazia (ricordo che i primi parlamenti presieduti da De Nicola e Einaudi erano proprio formati da una coalizione di partiti antifascisti).

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Ma quale ‘Bella Ciao’, insegnamo ‘Avanti ragazzi di Buda’ a scuola”. La proposta della Lega – Notizie Dal Mondo 7 Ottobre 2020 - 10:30

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