berlusconiMilano, 11 mar – La camera di consiglio è durata nove ore e la sentenza è giunta a mezzanotte: la Cassazione ha assolto Silvio Berlusconi dall’accusa di concussione e prostituzione minorile nel quadro del processo Ruby.

L’ex premier era stato condannato nel 2013 a 7 anni di carcere, con interdizione perpetua dai pubblici uffici e assolto in appello a luglio 2014. Una sentenza, quest’ultima, confermata ieri notte dalla Cassazione.

Sostanzialmente la sentenza riconosce che ci fu prostituzione, ma afferma che Berlusconi non sapesse che Ruby (il cui vero nome è Karima El Mahroug) era minorenne. NĂ© la telefonata compiuta nella serata del 27 maggio 2010 dall’allora premier al Capo di Gabinetto della Questura, Pietro Ostuni, per chiedere che Ruby fosse affidata a Nicole Minetti può essere qualificata come concussione.

 

I giudici hanno rigettato il ricorso del procuratore generale di Milano Pietro De Petri e anche il ricorso presentato dal procuratore generale Eduardo Scardaccione.

Quest’ultimo, martedì, aveva usato parole di fuoco contro Berlusconi, definendo l’episodio nel quale l’ex premier racconta che Ruby è la nipote di Mubarak “degno di un film di Mel Brooks”, facendo notare come “tutto il mondo ci ha riso dietro”.

Scardaccione ha inoltre evidenziato come, a parere dell’accusa, la telefonata di Berlusconi a Ostuni abbia rappresentato “una pressione irresistibile per la sproporzione tra il soggetto che subiva la telefonata e il soggetto che da presidente del consiglio aveva chiamato”. Il che avrebbe rappresentato, da parte dell’attuale leader di Forza Italia, una “violenza grave, perdurante e inammissibile“.

Il difensore di Berlusconi, Franco Coppi, aveva replicato: “La sentenza di assoluzione ammette che ad Arcore si sono svolte cene e prostituzione a pagamento, cosa che la difesa non contesta, ma nella sentenza non si trova la prova di alcuna minaccia implicita od esplicita rivolta a Ostuni”.

Giuliano Lebelli

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