Roma, 2 dic – Giuseppe Conte alla Camera riferisce sul Mes, il fondo salva Stati Ue, e lancia un duro attacco al leader della Lega Matteo Salvini e alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, usando tutto il repertorio delle sue apologie di se stesso: “Da alcune settimane i massimi esponenti di alcune forze di opposizione hanno condotto una insistita, capillare campagna mediatica accusandomi di condotte talmente improprie e illegittime nella trattativa con la Ue da essermi reso responsabile di alto tradimento – afferma il premier -. Sarei uno spergiuro perché venuto meno al vincolo di essere fedele alla Repubblica: si è perfino adombrato che avrei tenuto questa condotta per biechi interessi personali”. Il riferimento è al fatto che c’è chi ha sospettato che per tenersi buona la poltrona di premier, l’ex avvocato del popolo intendesse accettare supinamente i diktat Ue per ingraziarsi in primis la Germania.
“Sorpreso dal comportamento della Meloni”
Conte si dice “sorpreso, se posso dirlo, non della condotta del senatore Salvini, la cui ‘disinvoltura’ a restituire la verità e la cui ‘resistenza’ a studiare i dossier mi sono ben note, quanto del comportamento della deputata Meloni” nel “diffondere notizie allarmistiche, palesemente false” sul Mes. Poi il premier ricorda che nel Consiglio dei ministri del 27 febbraio 2019 si parlò di Mes e “nessuno dei ministri presenti, compresi quelli della Lega, ha mosso obiezioni sul punto e, in particolare, sulla relazione da presentare alle Camere”. A questo punto, dai banchi della Lega e di Fratelli d’Italia sono arrivati fischi e cori contro il premier: “Piantala, ora basta, vergognati“. Al che il presidente della Camera Roberto Fico è intervenuto per riportare l’ordine.
Le accuse ricevute, sostiene Conte, non si limitano “solo a inquinare il dibattito pubblico e a disorientare i cittadini” ma sono “indice della forma più grave di spregiudicatezza perché pur di lucrare un qualche effimero vantaggio finisce per minare alle basi la credibilità delle istituzioni democratiche e la fiducia che i cittadini ripongono in esse”. Poi il premier ripete il solito ritornello sui toni da usare. “Quando sono venuto dinanzi a voi per chiedervi la fiducia ho invocato, per questa nuova stagione politica, un ‘linguaggio mite’, ho auspicato che la Politica, con la P maiuscola, potesse riporre una particolare attenzione alla ‘cura delle parole’“. In merito al Mes, Conte arriva a dire che pur di “attaccare la mia persona e il governo, non ci si è fatti scrupolo di diffondere notizie allarmistiche, palesemente false, che hanno destato preoccupazione nei cittadini e, in particolare, nei risparmiatori”. Poi precisa che il trattato non è stato firmato, perché è “ancora incompleto: nessun trattato è stato infatti ancora sottoposto alla firma dei Paesi europei”.
Il panegirico del Mes
Il nuovo trattato Ue, assicura Conte, “non è indirizzato contro un Paese o costruito a vantaggio di alcuni Paesi a scapito di altri. È una assicurazione contro il pericolo di contagio e panico finanziario, a vantaggio di tutti. Nel negoziato abbiamo ottenuto regole che fossero vantaggiose per l’Italia sia nel remotissimo caso in cui dovessimo arrivare a chiedere anche noi fondi al Mes, sia in quelli, molto più frequenti, in cui l’Italia si ritrovasse dal lato di coloro che erogano il prestito”.
Adolfo Spezzaferro