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Dalla battaglia anti-Ue alle poltrone di Bruxelles: il M5S vuole unirsi agli eurofanatici di Alde

by Nicola Mattei
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grillo M5S UeRoma, 8 gen – Le votazioni online sono aperte oggi tutto il giorno e domani dalle 10 alle 12: sul blog di Beppe Grillo gli iscritti al M5S potranno scegliere come dovranno comportarsi gli europarlamentari del movimento dopo che, con la Brexit, a detta del leader non vi sarà più spazio per continuare l’esperienza fin qui condotta insieme allo Ukip.

“Con lo straordinario successo del Leave, Ukip ha raggiunto il suo obiettivo politico: uscire dall’Unione europea. Parliamo di fatti concreti: Farage ha già abbandonato la leadership del suo partito e gli eurodeputati inglesi abbandoneranno il Parlamento europeo nella prossima legislatura”, si legge sul blog. “Rimanere in Efdd (Europe of freedom and direct democracy, il gruppo che include M5S, Ukip e altre formazioni minori, ndr) – prosegue la nota esplicativa – equivale ad affrontare i prossimi due anni e mezzo senza un obiettivo politico comune, insieme a una delegazione che non avrà interesse a portare a casa risultati concreti”. Da qui la scelta: con chi schierarci? Saltate le trattative con i Verdi, gli unici disposti ad ascoltare i grillini sembrano essere stati i membri di Alde, l’Alleanza dei democratici e dei liberali per l’Europa.

Il gruppo, nato nel 2004, ha come leader Guy Verhofstadt, eurofanatico ex primo ministro del Belgio che non ha mai fatto mistero di volere un’Europa federale che sostituisca gli Stati, che adotti un esercito, una bandiera ed un inno unici, svuotando completamente le sovranità nazionali. Alle ultime elezioni europee, quelle del 2014, vide il pieno sostegno da parte di Scelta Europea, cartello elettorale che andava da Scelta Civica di Mario Monti a Fare di Michele Boldrin. All’epoca, i pentastellati non aveva lesinato critiche al candidato Verhofstadt, definito “eurodeputato che colleziona poltrone”, impresentabile in quanto “ha dichiarato di far parte di sette fra Comitati e consigli di amministrazione, incarichi che gli portano in tasca un reddito complessivo non inferiore a 12.003 euro al mese, inclusi i compensi che provengono da due grandi società belghe”, senza considerare poi l’appoggio incondizionato che dava al Ttip, il trattato di libero scambio poi non sottoscritto. Uno radicato in poltrona, insomma, con non pochi interessi da tutelare e con il quale qualsiasi tipo di abboccamenti era da considerarsi impossibile. Non che dall’altra parte vi fosse chissà che stima: secondo Alde il M5S era “profondamente anti-europeo”, con i loro punti del programma (definito irrealistico e populista) “completamente incompatibili con la loro agenda”.

Il rapporto, insomma, era di formale disprezzo reciproco soprattutto da parte grillina. Fino ad oggi, almeno, quando con il rischio di vedersi il gruppo frantumato alle prossime elezioni (alle quali l’Ukip, insieme agli altri partiti inglesi, verosimilmente non prenderà parte) il movimento può perdere, oltre al potere specifico dell’essere parte di una formazione al parlamento Ue, anche i (tanti) “fondi da spendere sul territorio“, parola di Beppe Grillo in persona.

Nicola Mattei

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2 comments

Giuseppe 8 Gennaio 2017 - 8:09

No scusatemi quindi il M5S vorrebbe allearsi con un euro-partito che li ha già denigrati in passato? Se sono arrivati a ciò stanno proprio fusi.

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sonnynauta 8 Gennaio 2017 - 11:01

Chi voleva la prova del nove l’ha avuta, è il PD a 5 stelle!

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