Roma, 3 set – Non solo obbligo vaccinale e green pass, anche la difesa di Mario Draghi dell’operato del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese crea una frattura nella maggioranza. Ieri in conferenza stampa, il premier ha detto che la titolare del Viminale “lavora molto bene”. Come è noto, da tempo il leader della Lega è in pressing sul governo perché ritiene inadeguato l’operato della Lamorgese praticamente su tutti i fronti. Dagli sbarchi alla gestione della sicurezza.
Draghi difende la Lamorgese dagli attacchi di Salvini: “Lavora molto bene”
Rispondendo alle domande dei giornalisti, Draghi ieri ha ricordato che se Matteo Salvini vuole incontrare la “ministra” (parole del premier), per contestarle questo o quello, ne può venire fuori un “chiarimento interessante“. Per quanto riguarda il presidente il Consiglio, ribadisce, “credo che la ministra Lamorgese faccia il suo dovere e lo faccia bene“. Parole indigeste per Salvini, che ha fin troppi bocconi amari da mandare giù.
Il leader della Lega: “Incontro a tre urgente e necessario”
Il leader della Lega dal canto suo ribadisce l’urgenza di un incontro a tre. “Il ministro Lamorgese? Lasciamo parlare i numeri. Tralasciando rave party abusivi, baby gang e violenze diffuse. Un incontro con lei e il presidente Draghi è urgente e necessario“. I numeri di cui parla Salvini sono ovviamente quelli degli sbarchi.
Sbarchi 8 volte superiori rispetto a quando era ministro Salvini
Allo stato attuale infatti, rispetto a quando il leader della Lega era ministro dell’Interno e il governo portava avanti la linea dei porti chiusi a clandestini e navi Ong, gli sbarchi sono otto volte di più: nel 2019 erano 5.500 circa, oggi sono già oltre 39mila (qui i dati aggiornati). “Un rischio sanitario e per la sicurezza”, fa presente Salvini. Ma a sentire Draghi, invece, “i numeri di quest’anno non sono spaventosi”. Insomma, il premier difende la Lamorgese anche a dispetto dell’evidenza delle cifre. Quello degli sbarchi è un pericoloso paradosso: gli italiani praticamente non possono fare nulla senza green pass, e poi sbarcano centinaia di clandestini positivi al Covid senza alcuna limitazione.
Meloni: “Draghi ha un problema di valutazione sulla capacità dei propri ministri”
Chi ci va ancora più pesante con la titolare del Viminale è la leader di FdI Giorgia Meloni, che torna alla carica con la raccolta firme per una mozione di sfiducia individuale in Parlamento. “Come si può sostenere che il ministro Lamorgese, che ha consentito che, per giorni e giorni, migliaia di scappati bivaccassero a Viterbo in un rave party illegale nel quale ci sono stati morti, stupri e droga, senza che il governo muovesse un dito, sta operando bene, per me è un mistero. Se Draghi ritiene che un ministro dell’Interno che si è comportato così, che ha dato dell’Italia l’immagine di una repubblica delle banane, stia lavorando bene, ritengo che Draghi abbia un problema di valutazione sulla capacità dei propri ministri. Luciana Lamorgese è il ministro dell’Interno di un governo debole con i forti e forte con i deboli“. Così la Meloni, ospite di Morning news su Canale 5.
“Raccolta firme per mozione di sfiducia individuale contro la titolare del Viminale”
La leader di FdI infine conferma la determinazione a presentare una mozione di sfiducia individuale in Parlamento nei confronti del ministro dell’Interno. “Stiamo raccogliendo le firme – riferisce – stiamo facendo scouting alla Camera e al Senato per presentare la mozione di sfiducia. Dalla gestione dell’immigrazione al resto, mi pare che il ministro Lamorgese abbia ampiamente dimostrato di non essere all’altezza del compito”, conclude la Meloni. Mozione di sfiducia che – neanche a dirlo – è un bel problema per la Lega (che sta al governo, a maggior ragione ora che Draghi ha blindato la Lamorgese).
Adolfo Spezzaferro
1 commento
Se l’obiettivo era quello di aumentare gli sbarchi, ha sicuramente lavorato molto bene.