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Feltri non ha dubbi: “Io anticomunista fino all’eternità, ricordo bene chi tifava Br”

by Alessandro Della Guglia
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Roma, 11 mag – Vittorio Feltri non ha dubbi e spiega perché continuerà per sempre a dirsi anticomunista. La grande penna rovente del giornalismo italiano, ha così stroncato l’ipocrisia di certa sinistra, con un editoriale al fulmicotone pubblicato su Libero il 9 maggio, in occasione della giornata di celebrazione delle vittime del terrorismo. Un pezzo passato sottotraccia, ma che vale la pena riproporre in parte.

“Ricordo bene gli applausi alle Brigate Rosse”

Feltri rievoca un episodio vissuto in prima persona il giorno del rapimento di Aldo Moro. “Il suo corpo senza vita venne trovato su un’automobile a Roma. Ad ammazzarlo furono i comunisti armati appartenenti alle Brigate Rosse, all’epoca molto attivi con le armi. Basti pensare che freddarono un centinaio di persone considerate a torto nemiche del popolo. In quel periodo quasi ogni giorno un giudice o un giornalista o comunque una personalità finiva di vivere sotto i colpi delle P.38, la pistola preferita dai compagni. Pareva che i massacri non terminassero mai, poi invece lo Stato riuscì a porre fine alla strage”.
Sta di fatto che “a quel tempo il clima di terrore nel nostro Paese era diffuso. Molta gente era tifosa dei terroristi rossi. La mattina in cui l’illustre personaggio venne sequestrato io mi trovavo in un teatro di Bergamo – rivela Feltri – dove si svolgeva un convegno sindacale. Il mio compito era di descrivere l’evento”. Fu proprio durante quell’evento che sul palco si precipitò “un signore assai eccitato che diede alla platea il drammatico annuncio: è stato rapito Aldo Moro dalle Brigate Rosse”. E quale fu la reazione della platea? “Mi aspettavo che la sala piombasse in silenzio, sbigottita causa la notizia. Invece la sala scoppiò in un applauso che mi fece venire i brividi. Ciò mi dimostrò che i delitti dei terroristi godevano della approvazione di una larga fetta dell’opinione pubblica”.

Feltri sicuro: “Io anticomunista fino all’eternità”

“Da quel terribile evento è trascorso quasi mezzo secolo, tuttavia ancora oggi si parla di antifascismo e si trascurano le prodezze dei marxisti. È una vergogna”, scrive Feltri nel suo editoriale. “Moro fu tenuto prigioniero dai banditi per circa un mese durante il quale essi tentarono di trattare con i vertici della politica il prezzo della liberazione del capo democristiano. Ma tranne pochi parlamentari, tra cui Craxi, nessuno volle negoziare. Cosicché la vittima in questione venne condannata a morte. Una vicenda tragica e indimenticabile che invita le persone perbene ad essere anticomunisti da qui all’eternità”.

Alessandro Della Guglia

 

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