Roma, 4 apr – Uno dice Europa e pensa alla Monarchia di Dante, a Federico II e al Senato romano, anonimo e autorevole. Poi accende la tv e sente parlare di accordi monetari, di spietate crisi economiche e di trattati che nessun popolo europeo ha mai votato. Perché l’Unione Europea acquisisce potere a suon di trattati a scapito degli Stati sovrani. Vediamo i principali.
Trattato di Schengen. Il trattato di Schengen viene stipulato nel 1985 da Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi. Nasce come accordo di natura commerciale per consentire la libera circolazione delle merci e delle persone all’interno del territorio dei contraenti. Progressivamente aderiscono quasi tutti i Paesi dell’Ue. L’Italia entra nell’ area Schengen nel 1990. Gran Bretagna ed Irlanda hanno preferito restarne fuori.
Secondo il sito ufficiale del Parlamento europeo, Schengen “è stato il progetto di istituire il mercato interno come spazio privo di frontiere, in cui fosse garantita la libera circolazione di merci, servizi, capitali e persone, e quindi finalità prettamente economiche, a far sorgere l’esigenza di una politica comunitaria di immigrazione”. Ma oltre alla regolamentazione sulla circolazione di merci e persone all’interno dell’area Schengen, il trattato conferisce alla Commissione europea il potere di decidere sull’ingresso di merci e persone provenienti dall’esterno dell’Europa. Qui sta il nodo: gli Stati europei vengono privati della possibilità di decidere, l’immigrazione selvaggia e clandestina viene incentivata e giungono prodotti di bassissima qualità e prezzo da paesi come la Cina.
Per questo motivo alcuni paesi se ne sono tenuti alla larga, altri, come la Danimarca nel 2011 hanno cercato di ridiscutere il trattato, mentre il Front National, dato come primo partito francese alle prossime elezioni europee, propone di abolirlo tout court.
Trattato di Lisbona. Il trattato di Lisbona entra in vigore l’1 dicembre 2009. In Italia è stato ratificato in piena estate, l’8 agosto 2008, sostenuto da quasi tutte le forze politiche, anche quelle che oggi si dicono euro-scettiche. La ratifica è avvenuta senza indire alcun referendum o discuterne pubblicamente, come avvenuto, ad esempio, in Irlanda. Il trattato prevede delle competenze esclusive per gli organi di governo europei ai quali gli Stati non possono ribellarsi. Regolamentazione dei mercati, politica monetaria e politica commerciale sono esclusivo appannaggio della Commissione europea. Per quanto riguarda agricoltura, pesca, energia, politica sociale e mercato interno, ciascuno Stato europeo può legiferare solo in conformità alle disposizioni date dall’Ue. Quando ci dicono: “Ce lo chiede l’Europa”, si riferiscono a questo.
Inoltre la Corte di Giustizia può infliggere forti sanzioni ai Paesi che non si adeguano alle disposizioni europee. Ma chi fa queste leggi di questo Sacro Romano Impero demonico? A legiferare sono la Commissione europea, organo non eletto dal popolo e il Parlamento europeo, “dotato di nuovi importanti poteri per quanto riguarda la legislazione e il bilancio dell’UE e gli accordi internazionali”. Tanti personaggi simili all’uomo d’affari del Piccolo Principe, tutti assorti nei loro calcoli e smaniosi di dimostrare la loro serietà, fanno le leggi al posto dei popoli.
C’è infine un elemento che viene spesso trascurato: “per la prima volta, il trattato di Lisbona riconosce espressamente agli Stati membri la possibilità di uscire dall’Unione”, come riportato dal sito ufficiale del Parlamento europeo.
Aurora Benincampi
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