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La figuraccia di Ilaria Salis da Fedez: ancora smascherata l’eurodeputata di Avs

by La Redazione
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Roma, 27 mar – Un’ora e mezza ad arrampicarsi sugli specchi cercando di uscire dall’imbarazzo: questo l’esito dell’apparizione di Ilaria Salis a Pulp Podcast, il broadcast condotto da Fedez e Davide Marra andato in onda questo lunedì sugli omonimi canali e che ha subito creato non poche polemiche. L’europarlamentare dell’Alleanza Verdi e Sinistra non ha mai risposto in modo diretto ad alcuna domanda posta dagli intervistatori, mostrando un’impreparazione al limite del ridicolo e un’incompetenza a tratti devastante per chiunque dovrebbe rappresentare dei cittadini nelle aule delle istituzioni europee. Dal passato attivismo antagonista nei centri sociali alle occupazioni, dall’abolizione del carcere alla vicenda che l’ha resa protagonista in Ungheria; tutto è stato affrontato con una sufficienza disarmante senza mai entrare nel merito di nulla. Una inconcludenza e superficialità che è stata colta dagli stessi padroni di casa, oltre che dalle centinaia di commenti negativi degli utenti.

Il silenzio della Salis su centri sociali e occupazioni

Fin dalle battute iniziali, dove le è stato chiesto di raccontare la sua esperienza nel mondo dei centri sociali, la Salis è stata subito messa con le spalle al muro dalle dichiarazioni di Fedez: “Ci sono sempre stati dei centri sociali che sono sempre stati di facciata, ricordo il Leoncavallo, che già quando ero piccolo io era un luogo per fare eventi che un luogo di attività vera e propria”, menzionando inoltre veri e propri atti di violenza sui quali l’eurodeputata ha cercato di divagare, lasciando scorrere la domanda su quali fossero gli obbiettivi concreti di questi spazi tra balbettii, parole fumose e senza significato. Ma è proprio sul tema legato alla casa che la paladina dei più deboli ha mostrato tutti suoi limiti. A fronte del reale problematica abitativa, con buona pace di palazzinari e multinazionali, la Salis non ha saputo specificare in che modo intenda davvero porre rimedio alla questione del caro affitti o delle molte famiglie senza un tetto, limitandosi a pronunciare slogan schivando continuamente le richieste di specificazione da parte di Fedez e Marra.

Le aggressioni a Budapest

Poi, il tema principale: l’assurda generalizzazione e atteggiamento apologetico nei confronti dei fatti d’Ungheria, per i quali il nome di Ilaria Salis è balzato agli onori delle cronache. Alle domande sulla vicenda, l’ex attivista ha completamente minimizzato gli accadimenti, non menzionando le conseguenze fisiche che hanno dovuto subire gli sfortunati che, soli contro molti, hanno incrociato i gruppi antifa ai margini della manifestazione di Budapest nel febbraio 2023. Assalti con martelli, spranghe e sfollagente alla mano e muniti di spray al peperoncino per immobilizzare e rendere inermi le vittime: un vero e proprio atto di terrorismo. Nessuna parola sulla “Hammerbande” che, da anni, colpisce in solitaria chi partecipa a manifestazioni identitarie e con la quale, indiscutibilmente, la maestra di Monza è venuta in contatto. Il tutto è stato minimizzato come semplice “presenza” a contromanifestazioni, creando ad hoc l’immagine di povera reclusa in mano ai barbari carcerieri di Orban.

Incompetenza e falsità

L’intera imbarazzante performance di Ilaria Salis ai microfoni di Pulp Podcast ha, ancora una volta, smascherato il reale volto di una delle più impreparate personalità dell’intera politica italiana ed europea. La Salis, per un’ora e mezza, non sapeva letteralmente dove si trovasse o cosa dovesse dire. Lo stesso Fedez ha chiosato dicendo come chi rappresenti un’istituzione debba “portare a corredo una soluzione strutturata, progetto concreto” e non solo inutili frasi vuote. Un leitmotiv che ha accompagnato l’intera puntata nella quale l’eurodeputata non è stata capace di formulare una frase compiuta e tenere un singolo punto su quelli che dovrebbero essere i “suoi” temi.

Renato Vanacore

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