È la logica conclusione: nella Lega l’allargamento al Sud non è mai stato digerito, ma finché Salvini guadagnava punti su punti era difficile contestarlo. Ora che ha perso il tocco magico (e soprattutto ha smarrito la lucidità politica: vedi il tragicomico assist alla Raggi su Roma), i colonnelli gli si rivoltano contro. Adesso il Carroccio ha intenzione di ripartire da quella che è già stata definita la “Leopolda verde”, che si terrà domani in quel di Parma. La Lega farà il punto della situazione sul suo futuro. E lo farà con Forza Italia, invitata come ospite d’onore. I forzisti hanno accettato con una nota che parla in questi termini: “Un appuntamento che dovrà essere seguito da altri nell’ambito di un percorso condiviso che, facendo tesoro dei successi elettorali e delle esperienze condivise di governo, arrivi ad un programma comune concreto e convincente. Il centrodestra unito è l’unica alternativa di governo a Renzi e alla sinistra e, a partire dal referendum costituzionale, può e deve tornare a vincere”. Più chiaro di così…
Giorgio Nigra
4 comments
Giorgio Nigra,
Salvini mi sembra in buona fede.Ma per questo mi pare anche molto instabile.Unirsi a una come la Meloni è come minimo da ingenui non trova?Non ci serve un referendum per un’Italexit.Ci serve invece di rafforzare l’autorità e la politica nazionale.Ci serve un minimum di progetto nazionale.Un’impresa ardua,dura perchè di controtendenza.Salvini poi è un isolato.Maroni dall’alto controlla la situazione con ciò che resta della vecchia guardia.Abituati ormai a 20 anni di simbiosi con Forza italia.Stiamo messi molto male.Saluti.
Poveri noi, il moderatismo è una malattia mentale dovuta alla senilità.
D’altronde Berto Ricci diceva che “l’estremismo è l’eterno bisogno organico della gioventù degna di tal nome” – e noi siamo giovani e freschi.
o Salvini rompe e va da solo e capitalizza nel lungo periodo o finisce all’angolo e dimenticato, ma manca il coraggio
Temo anche io che Salvini, nel timore di perdere alleanze (e quindi voti) finirà per gettarsi da solo nella tana del lupo e giocarsi quella popolarità che negli anni addietro, bene o male era comunque riuscito a costruirsi.