Home » Lampedusa scoppia di clandestini, il Viminale pensa addirittura agli aerei per svuotarla

Lampedusa scoppia di clandestini, il Viminale pensa addirittura agli aerei per svuotarla

by La Redazione
0 commento
Lampedusa clandestini esplosione

Roma, 31 mar – Lampedusa scoppia di clandestini. Come scoppiano di clandestini gran parte dei porti di approdo più gettonati nel profondo Sud. Come riporta l’Ansa, al governo rimangono poche scelte dopo il mancato contrasto agli arrivi in questi primi mesi di mandato. Senza contare la crisi Tunisina che potrebbe mettere l’isola in una situazione molto seria nei prossimi mesi, con l’arrivo dell’estate.

Lampedusa e i clandestini, un rapporto insostenibile

Lampedusa trabbocca di clandestini, e lo fa da anni. Attualmente ci cono 120mila persone, un anno fa erano 80mila. Il 2023, si sa, è da record: mai arrivati così tanti immigrati, attualmente siamo a quota 27.200 ma con la crisi scoppiata a Tunisi non si possono nemmeno immaginare i possibili peggioramenti. Il Viminale è consapevole della situazione esplosiva e insostenibile, e valuta un’opzione estrema: quella di far intervenire navi e aerei per “svuotare” un’isola al collasso.

Il Viminale pensa ad aerei e navi per “alleggerire” il carico

Viminale e ministero della Difesa stanno, in parole povere, valutando di utilizzare navi e addirittura aerei per alleggerire il carico dell’isola nelle giornate più dense, quelle che assillano di più l’hotspot. Il che fa sorridere amaramente, considerando che, vista la situazione che da anni assilla l’isola siciliana, è bizzarro anche solo pensare che ci siano delle pause. In teoria il governo avrebbe intenzione di muoversi anche sul fronte dei cosiddetti “rimpatri” (il che serve a molto poco, considerato il ripiegamento sull’accoglimento delle richieste riguardanti lavoratori stranieri avvenuto nelle scorse settimane). A rafforzare l’idea partorita dall’esecutivo, in compenso, ci sarebbe la constatazione di un’ovvietà, ovvero che la maggior parte degli stessi clandestini provenga da Paesi sicuri e che quindi non abbia alcun requisito per poter essere accolto in via definitiva. La storia degli utlimi anni, però, testimonia quanto la teoria legale corrisponda molto poco alla pragmatica: rimpatriare è difficile, anche se sarebbe cosa lecita.

Comunque, secondo il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, “il governo è impegnato in una duplice direzione: rallentare o arrestare i flussi di migranti dai focolai più critici, provvedendo anche alla salvaguardia delle persone che scappano da condizioni difficili. Al netto di questo, in qualche modo dobbiamo frenare questo flusso incontrollato, per avere numeri più sostenibili”. L’obiettivo sarebbe quello di evitare “un impatto critico sui territori. Non vogliamo vedere le stesse scelte del passato e nemmeno riattivare gli hub per l’accoglienza”. Intanto, nel frattempo, c’è sempre la “solita” e inutile parola d’ordine: ricollocare. Non nel resto d’Europa, per carità, ma in Italia. La soluzione per il ministro sarebbe  “quella di distribuire i migranti in maniera capillare sul territorio come stiamo facendo. Allo stesso tempo, stiamo lavorando con i ministri dell’Interno dei Paesi di transito dei flussi, per trovare soluzioni”.

Alberto Celletti

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati