Roma, 28 ago – Mark Zuckerberg, per gli amici “Riccardo cuor di leone”. Siamo ovviamente sarcastici. Solo così si possono commentare le ultime, imbarazzanti esternazioni del numero uno di Meta sulla pandemia del coronavirus. Giustificazioni improvvise da chi pubblicamente aveva fatto non solo censura sull’argomento, ma era stato in prima fila nell’affermare la sua piena aderenza al messaggio dominante. E così Zuckerberg quasi “chiede scusa” sul Covid e su ciò che è avvenuto su Facebook in quegli anni in termini di censura. Non vogliamo parlare di scuse? Benissimo, chiamiamolo scaricabarile.
Zuckerberg e l’imbarazzante giustificazione sul Covid
Solito sentimento contrastato: ridere o piangere? Prendendo la vita alla leggera, certamente, la questione può strappare un sorriso. Ed è importante prendere l’esistenza in modo spensierato, che non significa incosciente o poco attento, ma solo nella maniera utile a rendere meno sofferenti le angosce che essa comporta per poterle affrontare meglio. Una di queste angoscie si è chiamata, per quasi tre anni, Covid-19. E ora Zuckerberg quasi ci tuona, contro la gestione del Covid, anche se lo fa a modo suo, dimesso, “neutro”, inconsistente. Quasi sottovoce. E dice che è tutta colpa di Joe Biden, in sostanza. Le parole del numero uno di Meta sono chiare e riguardano l’ammissione di “pressioni dalla Casa Bianca per rimuovere i contenuti sul Covid”. Nel solo 2021 Facebook, infatti, ha eliminato oltre 20 milioni di contenuti. Qualcuno l’ha chiamata a lungo “moderazione” dei contenuti. Noi la chiamiamo nel modo in cui va chiamata: censura.
Tempismo perfetto, Zuck: peggio le giustificasioni o le scuse?
La presidenza di Sleepy Biden è al termine e Kamala Harris, per quanto sostenuta a gran voce dal mainstream statunitense e ritenuta sicuramente più in grado di vincere contro Donald Trump, sembra ancora sfavorita nel confronto. Però Zuck è pentito, e noi ci crediamo: “Penso anche che abbiamo fatto alcune scelte che, con il senno di poi e con le nuove informazioni, oggi non faremmo. Come ho detto ai nostri team all’epoca, sono fermamente convinto che non dovremmo compromettere i nostri standard di contenuto a causa delle pressioni esercitate da qualsiasi amministrazione, in entrambe le direzioni, e siamo pronti a reagire se qualcosa di simile dovesse accadere di nuovo”. Dai, Zuck, magari vince Kamala. Ma in quel caso un altro carpiato sarà complicato da eseguire…
Stelio Fergola