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Ius scholae “onorario”: così la sinistra crea le situazioni “di fatto” per spingere all’approvazione

by Alberto Celletti
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Roma, 28 ago – Se lo ius scholae viene proposto addirittura a destra, la sinistra non se lo fa ripetere due volte e rimette in piedi la stessa tattica usata per l’accoglienza dell’immigrazione clandestina o, su ambiti completamente diversi, per l’approvazione della legge sulle unioni civili o per l’utero in affitto. Creare situazioni “di fatto” in modo da presentare alla politica nazionale l’emergenza di turno da “legiferare”, che tradotto vuol dire approvare, ovviamente sempre nelle solite direzioni. Così, come riportato dal Giornale, alcune scuole locali ben orientate si sono inventate lo “ius scholae onorario”.

L’ultima invenzione: lo ius scholae “onorario” della sinistra

È tutto molto semplice: basta inventarsi certificati di cittadinanza ad honorem, leggasi ius schole “onorari” e il gioco è fatto. Non c’è rilevanza giuridica, non c’è nulla. Però intanto ci sono. E si diffondono. In spregio a persone straniere usate come se fossero giocattoli della propaganda immigrazionista. Ovviamente, le prime giunte ad avviare le pratiche sono state quelle di Bologna e di Torino. Nel resto d’Italia, sindaci del Pd non se lo sono certo fatti raccomandare più di una volta. In Veneto le maggioranze di sinistra di Vicenza, Verona e Padova hanno dichiarato di voler propore una mozione per la riforma della cittadinanza ai minori stranieri. In una nota congiunta si legge: “Siamo consapevoli che la normativa sulla cittadinanza sia di competenza nazionale”, ma si desidera che l’iniziativa “si espanda in tutto il Paese per divenire pressione sociale e politica nei confronti di chi ci rappresenta a livello parlamentare”.

Insomma, stavolta la tattica è anche esplicitata, a differenza di quanto è avvenuto con le unioni civili e – a maggior ragione – con l’utero in affitto o “maternità surrogata”, come viene chiamata per non impressionare troppo. Il sindaco Pd di Rimini Jamil Sadegholvaad, ha definito la cittadinanza concessa dopo un ciclo di studi “una strada giusta e saggia”.  Anche a Crema il sindaco, manco a dirlo durante la festa dell’Unità, ha detto chiaro e tondo come stanno le cose: “È una sfida che accettiamo volentieri, mi piace pensare che i Comuni possano fare da leva su questo tema, raccogliendo sfide che sul piano nazionale tardano ad arrivare”, aggiungendo di pensare che “sia utile che questo dibattito arrivi anche nelle nostre sedi istituzionali e venga condiviso con tutti i componenti del consiglio comunale”.

Una vecchia tattica, purtroppo funzionante

Non è la prima volta, ed è una tattica che conosciamo bene. Azioni locali, guidate da sindaci, politici o giudici di sinistra, volte a creare o deliberatamente inventare situazioni da presentare come “fatti compiuti” per poi far approvare le leggi relative. Con le unioni civili ha funzionato benissimo: sindaci locali “sposavano” coppie omosessuali, presentando il caso della cosiddetta “famiglia arcobaleno” come già concreto nel Paese e bisognoso di una legiferazione apposita. Con l’utero in affitto “nì”, nel senso che la pratica non è mai stata approvata in Italia ma, tramite il riconoscimento di bambini comprati all’estero, di fatto si era trovato un metodo per aggirare le regole nazionali. Con lo “ius scholae onorario” si procede nella stessa e identica direzione: concedere una cittadinanza fittizia, a bambini e con genitori stranieri a cui spesso non interesserà assolutamente nulla di ottenerla (come è normale e logico che sia: quale dovrebbe essere “l’incredibile interesse” a diventare “nuovi italiani” dal momento che uno straniro in Italia può fare praticamente tutto? Misteri sinistri, azzarderemmo), per poi “presentare il conto” alla politica nazionale. “Ci sono tantissimi ius scholae onorari, serve una legge subito!” sarà il solito, banale, ma purtroppo funzionale grido d’allarme. In un Paese che, tra l’altro, già di fatto concede facilmente la cittadinanza a praticamente tutti gli stranieri che la richiedano…

Alberto Celletti

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