Milano, 17 ott – Napoli-Inter di sabato al San Paolo ĆØ come una finale di Superbowl con sette mesi di anticipo sulla fine del campionato: se la formazione di Sarri batte i neroazzurri, manda anche lāInter a meno 5 in classifica, come la Juve, e si prende giĆ un pezzo di scudetto, ammazzando lāinteresse per la serie A. Sullāaria da tricolore che soffia sul Napoli ci eravamo giĆ espressi martedƬ scorso; il Ribaltone dellāottava giornata ha creato uno strappo ancora più profondo tra il Napoli e le altre. Ma, a parte un pezzo di popolo che fa il tifo per Hamsik e compagni, immaginatevi che noia sarebbe un campionato giĆ quasi del tutto scritto nel suo destino più nobile. Senza contare che il torneo a 20 squadre ĆØ lāanti spettacolo per antonomasia, con tutti gli esagerati disvalori che racchiude. Basta guardare il fondo della classifica per rendersene conto.
LāINTERNAZIONALE COMUNISTA DI SARRI ā Per tenere vivo lāinteresse del torneo, allora non resta che sperare sabato al San Paolo in un match formato derby dellāInter e nel calo di tensione emotiva che potrebbe derivare dalla sfida del Napoli in Champions contro il Manchester City. Le scelte della societĆ sono abbastanza chiare rileggendo le dichiarazioni di De Laurentiis alla vigilia del match di coppa: lāauspicio del turn over per evitare passi falsi in campionato. Non ĆØ esattamente della stessa idea Maurizio Sarri, lāallenatore comunista alla guida di unāInternazionale che sta conquistando successi e apprezzamenti anche fuori dallāItalia. La formazione titolare del Napoli ĆØ rappresentata da ben 10 stranieri e un solo Italiano: Lorenzo Insigne. Il mix ideologico perfetto per il ācompagnoā Sarri anche se, in veritĆ , la scelta di costruire questa squadra globalizzata ĆØ figlia esclusivamente delle politiche societarie di De Laurentiis: movimentare giocatori allāestero e ingaggiare giovani promettenti fuori dallāItalia ĆØ molto più conveniente. In ogni caso, lunga vita al Napoli che incanta quando gioca, diverte anche chi non lo tifa e sta per spezzare la quasi monotona egemonia della Juve.
IL DEFAULT JUVE- Sportivamente parlando, fin qui, quello della Juve ĆØ stato default: non abituata ad inseguire, si trova a meno 5 dalla vetta dopo sole 8 giornate causa la sconfitta interna con la Lazio. Eā vero che nel 2015 la formazione di Allegri stava a meno 11 dalla Roma a fine ottobre e poi partiā la rimonta. Ma adesso, il livello del Napoli in primis ĆØ decisamente più alto. Per ora la Juve ha commesso sostanzialmente due errori; il primo: quello di confermare Allegri che aveva in mano una proposta del Paris st Germain ma ĆØ stato pressato ed accontentato economicamente per restare. Trovare gli stimoli dopo aver vinto tre scudetti di fila e fatto due finali di Champions (perse) non ĆØ facile, come non ĆØ facile trasmetterli alla squadra. Nelle ultime due gare, la Juve ĆØ andata due volte in vantaggio e due volte ĆØ stata rimontata. Lāabituale ferocia agonistica ĆØ sparita. Sul mercato invece, la societĆ bianconera non ha fatto i conti con lāimplosione fisica della sua difesa di ultratrentenni. A quellāetĆ , nel calcio, sport di squadra, non ĆØ semplice leggere lāinizio della parabola discendente ma, quando arriva, non puoi quasi mai rimediare. I più attenti ricorderanno per esempio il crollo fisico improvviso di arieti potenti e devastanti come Batistuta e Vieri. Nella Juve, Barzagli ĆØ il più in difficoltĆ , Buffon ĆØ diventato poco più che normale e Chiellini sbuffa come un toro indomabile ma parecchio ferito. Il Tema Bonucci per me ĆØ semplice: alla Juve, sfruttando la miglior preparazione fisica rispetto al Milan avrebbe certamente dato qualcosa in più, ma anche lui-trentenne- non sarebbe stato più quello dello scorso anno. Dietro, Allegri, per il momento, sta affondando con i vecchi e non ha il coraggio di dare fiducia a Rugani e Benatia.
LāINTER Ć LA NUOVA JUVE ā lāInter di Spalletti, al di lĆ della vittoria nel derby ĆØ un fenomeno da studiare ed apprezzare. Per soliditĆ nel gioco, forza mentale ed elementi di qualitĆ come Icardi, Perisic, Candreva e Handanovic, ricorda la Juve degli ultimi anni anche nel non essere troppo spettacolare. Per il fair play finanziario e la chiusura momentanea dellāesportazione di capitali dalla Cina, ĆØ stata costretta a spendere il giusto e a lasciar perdere alcuni colpi sul mercato. Ha preso giocatori non tanto reclamizzati come Skriniar e i due della Fiorentina (Borja Valero e Vecino) e ha svoltato. Dandosi un equilibrio nella filiera tecnica (allenatore e dirigenti) che prima non aveva. Se ferma il Napoli sabato diventa anche lei una seria candidata per lo scudetto.
MILAN, FLOP DA 250 MILIONI ā Ha fatto la rivoluzione da quasi 250 milioni ma non ha avuto il cinismo e la lungimiranza di cambiare lāallenatore: con la sua preparazione atletica troppo light e unāeccessiva Bonucci-dipendenza anche nella proposizione del modulo di gioco, Montella fin qui ĆØ lāanello debole del Nuovo Progetto. Un progetto che non può aspettare a lungo ma che ora, nei numeri, ĆØ in pieno crash. Dodici punti in classifica, decimo posto, dietro alle big ma anche a Sampdoria, Bologna, Torino e Chievo col quale ĆØ in difetto per differenza reti; 4 i punti in meno in classifica rispetto allo scorso anno. Squadra bravina, diligente, ma senza forza fisica e autostima. E con un gruppo nello spogliatoio che non sempre rema dalla stessa parte per le solite scelte-e non solo- di far ruotare troppo il pianeta rossonero intorno al nuovo arrivato Bonucci.
Paolo Bargiggia