Roma, 26 ago – Fasi concitate e conto alla rovescia per il via libera al nuovo governo targato Pd-M5S. Un salviamoci la baracca e spostiamo tutto a sinistra dei due partiti usciti sconfitti dalle elezioni europee. Un inciucio precotto attuato senza consultare i cittadini, che oltre la beffa si ritrovano un’ economia ferma al palo. I dati forniti dall’Ocse parlano chiaro: se è vero che nel primo trimestre 2019 il reddito delle famiglie dell’Eurozona è aumentato (un andamento positivo che coinvolge anche l’Italia), il nostro Paese si colloca però sotto la media dell’area euro.
Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, la crescita dell’Italia è stata dello 0,5% a fronte del +0,7% di Eurolandia e del +0,6% dell’Ocse: la Germania è cresciuta dello 0,6%, la Francia dello 0,8%, gli Stati Uniti e il Canada dello 0,9%. Ha fatto peggio di noi soltanto il Regno Unito (+0,3%), che in compenso però ha mostrato un miglior dato nel cumulato degli ultimi otto trimestri.
Pil fermo a zero
A crescere ancora meno, o per meglio dire affatto, è poi il Pil, che ha rallentato più o meno ovunque ma in particolare proprio in Italia, passando da un +0,2% a zero. Non solo, se valutiamo la crescita del Pil su base annua, i Paesi dell’area Ocse hanno registrato un aumento in media dell’1,6%. In questo caso però a crescere sono stati in particolare gli Stati Uniti, che hanno fatto registrare la crescita annuale più elevata con un +2,3%.
Al contrario l’Italia, spiega l’Ocse, ha fatto registrare la crescita annuale più bassa: 0,0%. Del tutto fermi quindi. E ultimi tra le nazioni del G7. Inutile dire che si tratta degli ennesimi dati allarmanti, in questo caso già in buona parte fotografati a marzo scorso nel Rapporto sulla competitività dei settori produttivi 2019 dell’Istat.
Alessandro Della Guglia
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