Home » “Mazzini e Garibaldi nazionalisti oppressori”: così nelle scuole d'Austria si riscrive la storia

“Mazzini e Garibaldi nazionalisti oppressori”: così nelle scuole d'Austria si riscrive la storia

by Valerio Benedetti
4 comments

Vienna, 24 set – Si avvicina lentamente il centenario della vittoria italiana nella Grande Guerra. Una vittoria che aveva finalmente riportato trentini e giuliani – italiani di nascita e di diritto – all’ombra del Tricolore. Eppure, se in Italia abbiamo le idee confuse e non si sta facendo nulla per ricordare quella che fu a tutti gli effetti la «Quarta guerra d’Indipendenza», in Austria le idee le hanno chiarissime: tutto il Risorgimento italiano non sarebbe stato altro che un movimento ferocemente nazionalista teso a dividere il glorioso e ridente Impero asburgico. No, non sono chiacchiere di un avventore alticcio di qualche birreria di Salisburgo, bensì la «ricostruzione storica» propinata agli studenti delle scuole medie austriache.

Il feldmaresciallo Josef Radetzky (1766-1858)


Nei numerosi libri di testo finiti nelle aule scolastiche d’Oltralpe, infatti, l’oppressione asburgica in Italia, esercitata tra gli altri dal feldmaresciallo sanguinario Josef Radetzky, è completamente omessa. Al contrario «nel XIX secolo – si legge in uno dei volumi – ambiziosi uomini di Stato capirono che l’idea nazionale si adattava in modo eccellente al raggiungimento dei loro personali obiettivi politici. Volevano espandere i loro Stati a costo degli altri, e allo scopo utilizzarono come giustificazione l’idea nazionale. In molte parti del mondo ancora oggi si fa politica in modo simile». E ancora: «Il Piemonte, nella seconda metà del XIX secolo, si sviluppò in un moderno ed efficiente Stato-modello. Appoggiò l’idea di una divisione dell’Austria». In sostanza, Cavour, Mazzini e Garibaldi non sarebbero stati dei patrioti che volevano riunificare la propria nazione, bensì politici ambiziosi e senza scrupoli che – facendo leva sul nazionalismo – intendevano dividere l’Impero asburgico.
E le repressioni austriache? Le fucilazioni di Ciceruacchio e di suo figlio 13enne, del prete Ugo Bassi e di Giovanni Livraghi? Che ne è della prigionia di Silvio Pellico, del martirio di Cesare Battisti, di tutti quei soldati che, per aver combattuto per la propria patria, furono trattati dagli austriaci come disertori? Di tutto questo, ovviamente, non vi è traccia. Anzi, a leggere un libro di testo fresco di stampa, scopriamo che «dopo il 1848 l’imperatore e il suo governatore generale [Radetzky, ndr] erano gli uomini più odiati in Italia del Nord» poiché «agli occhi degli italiani erano loro due ad aver fatto fallire le aspirazioni dell’Italia all’unità e alla libertà». In pratica, quella austriaca sarebbe stata un’«oppressione percepita», non reale.

Durante le cinque giornate di Milano (1848), i patrioti italiani riuscirono a cacciare temporaneamente gli occupanti austriaci


In questo delirio fantastorico, non mancano neanche chicche di tal fatta: «I funzionari del Kaiser rinsaldavano il suo dominio con una amministrazione corretta e unitaria […]. L’imperatore vedeva sé stesso come il signore di tutti i suoi popoli. Voleva accrescere il prestigio dello Stato nella sua interezza. Per questo motivo, le pretese delle singole nazioni vennero represse». In buona sostanza, Francesco Giuseppe sarebbe stato un sovrano illuminato e globalista, giusto ma inflessibile nel proteggere il suo Stato «multiculturale» dai malvagi nazionalisti italiani. Dato che alcuni di questi libri di testo sono stati stampati con l’imprimatur del governo di Vienna – che recentemente ha peraltro rispolverato l’idea della doppia cittadinanza per gli altoatesini germanofoni – viene da chiedersi a che gioco stiano giocando nella Repubblica alpina d’Austria. Forse è il caso di dire al premier Sebastian Kurz e al vicecancelliere Strache che «sovranismo» non vuol dire affatto «nazionalismo ottocentesco e legittimista». Né, tantomeno, «idiozia».
Valerio Benedetti

You may also like

4 comments

Luca 24 Settembre 2018 - 2:22

Eterni nemici

Reply
Stefano 25 Settembre 2018 - 4:59

A casa mia abbiamo ancora i ritratti del Kaiser Franz Josef e del Feldmareschall von Radetz che onoriamo ogni giorno. Siamo orgogliosamente veneti ed ancora fedeli sudditi dell’ultima dinastia cattolica d’Europa.

Reply
Rik 18 Novembre 2018 - 12:53

Il nzionalismo era effettivamente interesse di una piccola elite borghese che voleva accrescere la propria ricchezza a danno delle altre classi… al popolo dell’idea di nazione gli è sempre interessato molto poco anzi nulla.
In fondo gli austriaci non hanno torto, nel 1848 Milano si rivoltò al grido di “Abbasso i padroni”, non “Abbasso gli austriaci”…

Reply
“Ribadire la via della Ue”: Mattarella umilia i caduti a Redipuglia 31 Gennaio 2020 - 4:23

[…] non era affatto uno Stato-nazione, bensì uno Stato sovranazionale e multietnico. Tanto che nelle scuole austriache si insegna ormai che il governo asburgico sarebbe stato una specie di prefigurazione di un moderno […]

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati