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Milano, immigrati nei rifugi. E i senzatetto italiani muoiono al gelo

by Cristina Gauri
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Milano, 18 gen – Clochard italiani al gelo in strada, immigrati al caldo nei rifugi per senza tetto. Accampati sotto i portici di via Vittori Pisani A Milano, tra Piazza della Repubblica e la Stazione Centrale, avvolti in coperte per affrontare l’ennesima notte al freddo. Abbandonati a loro stessi, assistiti solo dagli interventi di Croce Rossa e Protezione Civile – che forniscono loro assistenza e generi di prima necessità ma non possono certo provvedere a un riparo caldo per affrontare la notte – non sperano più in un intervento delle istituzioni. A Milano come in tutta Italia. E’ ciò che emerge da una video-inchiesta pubblicata da Il Giornale, che ha mandato i propri inviati tra i marciapiedi della metropoli ad intervistare i senza fissa dimora italiani che si trovano ad affrontare, inermi, il gelo dei primi mesi dell’anno.

Riccardo De Corato, assessore regionale alla Sicurezza e Immigrazione ha denunciato in un’intervista all’Agi che molti senzatetto italiani avrebbero paura di dormire nei centri di accoglienza del comune di Milano per l’elevata presenza di immigrati: “Ci sono molti italiani che dormono all’aperto piuttosto che andare nei centri di accoglienza del Comune di Milano, perché c’è un’elevata presenza di stranieri negli storici centri che ospitavano i clochard. Alcuni muoiono fuori di freddo perché hanno paura di essere derubati“. L’ex vicesindaco meneghino continua, “i senzatetto italiani sono in aumento, non c’è dubbio. Del resto basta andare in giro per Milano di notte e vedere sotto i portici che cosa c’è”.

Le persone avvicinate nel video de Il Giornale parlano delle difficoltà quotidiane nel vivere e dormire al gelo, e di come si sentono scavalcati e prevaricati dalla presenza degli extracomunitari. “La situazione è drammatica, perché le temperature incominciano a calare e c’è tanto freddo. Abbiamo fatto alcune domande per un ricovero al coperto, ma purtroppo essendo italiani siamo presi in considerazione un po’ ‘diversamente’…”, spiegano, timidamente e mai sopra le righe. E ancora: “Quando sono andato a chiedere aiuto, ho detto che sono di Venezia e mi hanno risposto: ‘Perché non ritorni a casa?'”. Su questo versante loro (gli immigrati, ndr) ci passano davanti, hanno una sorta di corsia preferenziale”.

Sono 2700 i posti letto dislocati nelle 23 strutture previste dalla giunta Sala, ma nonostante le migliorie apportate i senzatetto italiani rimangono al gelo, dimenticati. Nessun “restiamo umani” per loro.

Cristina Gauri

 

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