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Procedura d’infrazione: il governo si piegherà all’austerità e alla Troika 2.0?

by Filippo Burla
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Roma, 22 giu – Parola d’ordine evitare la procedura d’infrazione. E’ con questo presupposto che Giuseppe Conte, ieri a Bruxelles, ha dato il via alle trattative con l’Ue per scongiurare il muro contro muro fra Italia e Commissione su deficit e debito. “Non ho mai avuto l’atteggiamento di chi ha il cappello in mano”, ha spiegato il premier. Ma la realtà rischia di essere ben diversa.

I falchi europei

In Europa, Conte si è trovato faccia a faccia con uno schieramento eterogeneo e non pochi punti all’ordine del giorno. Accanto alla procedura d’infrazione di giocano numerose altre partite, ad esempio quella sulle nomine della futura Commissione, per cui ha ragione il premier a definire “complessa” la trattativa.

Poche le voci che si sono espresse sino ad ora. La Merkel, forse la più possibilista sugli spazi di manovra, per il momento nicchia. Più esplicito il “falco” olandese Mark Rutte, il quale si è detto certo che “la Commissione garantirà che l’Italia attui in modo rapido ciò che deve essere fatto o procederà”.

Evitare la procedura d’infrazione: servono fra i 5 e i 9 miliardi

Pur nel rispetto delle regole – “finché non cambiano sono queste”, ha detto Conte – l’Italia contesta alla Commissione i metodi di calcolo e di previsione del deficit, che secondo l’Ue per quest’anno si attesterà al 2,5% del Pil. Ben lontano quindi da quel 2,04% concordato in sede di manovra economica lo scorso autunno. Al netto della discussione tecnica sulla natura dei parametri, l’aggiustamento che Bruxelles richiede per archiviare la procedura di infrazione rischia così di non essere indolore.

Sono 5 i miliardi iniziali che il governo mette sul piatto come saldo fra minori spese e maggiori entrate. Un “tesoretto” che, fra le altre cose, si alimenta di tagli fra cui quelli al trasporto pubblico e allo stato sociale. Dal lato delle entrate, invece, si segnalano gli 800 milioni richiesti come dividendo extra a Cassa Depositi e Prestiti, liquidità che Cdp a sua volta non potrà dunque utilizzare per i suoi piani di investimento. Insomma, la strategia rischia di essere un cane che si morde la coda, nel classico solco dei fallimentari risultati raggiunti nella stagione dell’austerità. Stagione che peraltro non è mai finita, dato che la stessa manovra 2019 si collocava in pieno avanzo primario.

Il problema è che tutto ciò potrebbe non essere sufficiente. Dall’Ue infatti l’asticella è spostata sensibilmente più in alto: 9 i miliardi che la Commissione chiede per il rispetto pieno e completo dei parametri.

La Troika 2.0 dietro l’angolo

Se la distanza non è incolmabile, tanto più alla luce dei venti di crisi internazionale che sicuramente incideranno nella dinamica delle trattative e sul risultato finale, sullo sfondo si staglia però un possibile ricatto.

Non è un mistero che, in sede Ue, si stia discutendo della riforma del Mes, il meccanismo europeo di stabilità incaricato di intervenire in caso di crisi di uno dei Paesi membri. Nato nel 2012, punta oggi a diventare un organismo dotato di vita propria e autonomo nelle sue decisioni. Leggasi manovre lacrime e sangue, come l’esperimento greco ha già dimostrato. Il trionfo della tecnica, con la Commissione quasi del tutto esautorata e gli Stati trasformati, in caso di necessità, in meri esecutori della Troika 2.0.

Le due componenti – Lega e M5S – della maggioranza si sono già dette assolutamente contrarie all’ipotesi di sposare in sede di Eurogruppo questa proposta che non è escluso, tuttavia, possa far capolino proprio nell’ambito della trattativa sulla procedura d’infrazione. Con nessuna garanzia sulla capacità di tenuta da parte del nostro esecutivo.

Filippo Burla

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9 comments

Fabrizio 22 Giugno 2019 - 11:46

Un popolo di schiavi. Un ….Rutte ci seppellira’, se non ci sbrighiamo ad uscire da questa gabbia europea.

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paolo 22 Giugno 2019 - 3:41

ma che vadano in quel posto con un’autocisterna di lassativo.

sapete quale è il vero problema?
è che noi italiani siamo servi dentro:
basta andargli a dire chiaro e tondo,
noi ci siamo rotti le scatole.
da ora in avanti l’italia perseguirà solo i propri interessi…
NON uscirà dall’euro in quanto paese fondatore,e ammorterà il debito estero in scadenza utilizzando
la liquidità liberata utilizzando i minibot: (in vigore da subito per le esigenze di liquidità interne)
quindi vi suggeriamo di utilizzare quel capestro dello spread per impiccarvi….
e gia che ci siamo, rinegozieremo da subito OGNI trattato sin qui firmato tendendo in considerazione il nostro esclusivo beneficio,esattamente come fa il resto d’europa.
nel frattempo NON pagheremo nè riconosceremo valida alcuna sanzione,fintanto che detti trattati non saranno stati debitamente
contrattati,pubblicizzati adeguatamente e sottoposti a referendum interno dal popolo italiano,il solo
che può accettare o rifiutare, determinati obblighi e sacrifici.
quindi evitate di perdere tempo…

semplice no?

poi si assumeranno loro,la responsabilità di sfasciare l’europa:
ma se non sono stupidi se ne guarderanno bene,perchè sono acutamente consapevoli che l’italia
fuori dall’europa diventa un avversario difficile,in quasi tutti i campi…
diventa un competitor rognoso nel commercio,
diventa un interlocutore privilegiato per l’america,
la russia,la cina,il medio oriente,l’africa…
e diventa un partner commerciale d’eccellenza,per
tutti:
volenti o nolenti,da sempre in questa zona del mondo non c’è traffico,trasporto,
commercio e trasformazione,interesse geostrategico…
che non ci veda interessati in una maniera o nell’altra.
da quasi ogni punto di vista,
noi italiani abbiamo convenienza estrema ad avere le mani libere.
e da sempre
il resto d’europa lo sa.
siamo solo noi che lo abbiamo dimenticato….

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Bracco 22 Giugno 2019 - 3:58

Ben detto!!
Basta solo un po’ di spinda dorsale.
Non possiamo continuare ad essere come i personaggi di Villaggio che se la facevano sotto dinanzi ad un accento tedescofono.

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Carla 23 Giugno 2019 - 10:02

Sono generalmente d’accordo e colgo l’occasione per criticare le scelte di redazione che fanno rimbalzare il main stream cosa di cui non si sente il bisogno, io voglio ribadire alcune verità come il fatto che non é vero che siamo spendaccioni, é vero che con sovranità monetaria l’Italia pur rimanendo in una economia sostanzialmente agricola, si trasformò nel dopoguerra in una potenza di tutto rispetto. Erano stati aboliti i paria, ospedali e Università organizzati dallo Stato a misura della società. Tutto questo adesso é No, No, No. E bisogna rispondere Si, Si, Si

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Bracco 23 Giugno 2019 - 12:53

Anche io criticato le scelte di redazione di far rimbalzare spesso articoli futili.
Forse il nostro problema è che più che spendaccioni siamo forse i più taccagni d’Europa.
Sulla moneta sovrana sono d’accordo.
Aggiungo che ci disaffrancherebbe dallo stato di colonia in cui viviamo dove l’UE è un ente sovranazionale che sovrintende e non manca di ingerenze sulla politica interna.

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Peter Lions 23 Giugno 2019 - 9:14

Il problema vero è che in Italia il vero nemico è l’italiano di sinistra e mafioso, che mette sempre in difficoltà l’esecutivo.
Avrete notato che in altri paesi pur di gestire in bene la propria nazione, si uniscono forze di destra e sinistra.

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Claudio Serra 23 Giugno 2019 - 9:57

Obbbedire all’ue, senza che abbia nemmeno un esercito per minacciarci, è roba da spie infiltrate del kgb.

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Carla 23 Giugno 2019 - 10:07

L’è tutto da rifare !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Pierluigi 23 Giugno 2019 - 12:12

Sono totalmente d,’accordo con Paolo.Qui ormai è una questione di carattere.Devono distruggere la capacità produttiva italiana,che prima dell’euro dava fastidio.Utilixziamo il diritto di veto su tutto.Io giro in Europa tutti fanno quello che vogliono,solo noi siamo un popolo a libertà vigilata.Ma da chi da Macron il banchiere?

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